Comincia l’era del dopo Renzi, che si dimetterà oggi 5 dicembre al Quirinale dopo il disastroso, per lui, risultato del referendum: i Sì al 40% e i No al 60%. Il ministro Pier Carlo Padoan potrebbe sostituirlo alla guida del Governo.
Il risultato del referendum sulla riforma della Costituzione è scioccante. O, comunque, sorprendente, a seconda da quale punto di vista lo si guardi. Il No ha prevalso col 59,11% dei voti contro il 40,89% dei Sì (dati definitivi del ministero dell’Interno). Il che significa 19,4 milioni di voti contro 13,4 milioni (LEGGI ANCHE: REFERENDUM COSTITUZIONALE 2016, SI’ O NO? HA VINTO IL NO). E Matteo Renzi ha annunciato le sue dimissioni, che arriveranno formalmente oggi 5 dicembre, rassegnate a sera nelle mani del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella (LEGGI ANCHE: MATTEO RENZI SI DIMETTE: “HO PERSO IL REFERENDUM, IL MIO GOVERNO FINISCE QUI”). In mattinata il premier ha incontrato per un’ora il Capo dello Stato al Quirinale per un colloquio informale. Nel pomeriggio è previsto il Consiglio dei ministri e quindi le dimissioni formali di Renzi.
“Vi sono di fronte a noi impegni e scadenze di cui le istituzioni dovranno assicurare in ogni caso il rispetto, garantendo risposte all’altezza dei problemi del momento – ha dichiarato il presidente della Repubblica -. L’Italia è un grande Paese con tante energie positive al suo interno. Anche per questo occorre che il clima politico, pur nella necessaria dialettica, sia improntato a serenità e rispetto reciproco“. “L’alta affluenza al voto, registratasi nel referendum di ieri, è la testimonianza di una democrazia solida, di un Paese appassionato, capace di partecipazione attiva”.
Proprio il Capo dello Stato è adesso l’arbitro della patita politica. Lo schiaffo referendario sembra rendere impossibile un governo saldo con Matteo Renzi a Palazzo Chigi. Detto in parole povere: può darsi che l’inquilino del Colle affidi un nuovo incarico a Renzi ma è un’ipotesi che appare non molto probabile. Non sarebbe cioè il Capo dello Stato a non favorire un Governo Renzi bis. Ma sono la politica, e lo stesso leader, ad essere già passati al piano B (GUARDA IL VIDEO: RENZI, IL DISCORSOC HE PREANNUNCIA LE DIMISSIONI). Toccherà allora al presidente Mattarella gestire un passaggio così traumatico. A partire dalla scelta del nuovo presidente del Consiglio, che potrebbe uscire da una terna di nomi autorevoli, secondo molto analisti: Pier Carlo Padoan, Piero Grasso e Graziano Delrio. Con il ministro dell’Economia in pole.
Lo scenario che indica, almeno in teoria, Padoan come possibile nuovo premier di fiducia del Presidente appare, in questo momento, il più concreto. Il titolare di via Venti Settembre è molto esperto, conosciuto e apprezzato a livello internazionale. Ma Mattarella ha a disposizione anche una “carta istituzionale”: come quella di Piero Grasso, il presidente di quel Senato che Renzi voleva depotenziare con la riforma, la seconda carica dello Stato. Piero Grasso vanta un buon rapporto con le opposizioni. E garantisce anche un vantaggio tattico all’attuale premier: non essendo renziano, consentirebbe al leader del Partito democratico di marcare una certa distanza da Palazzo Chigi, ottima per costruire la prossima campagna per le elezioni politiche. Che si avvicinano a grandi passi. Martedì 6 dicembre è in programma la Direzione del Pd. E l’ex rottamatore ora rischia di perdere anche la leadership del partito.
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