Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella avrebbe già chiesto al premier di garantire gli impegni prima di andarsene, ossia il varo della Legge di Bilancio.
Ore 19.57 – In pratica il premier ha ceduto alla richiesta – a quanto pare molto pressante – da parte del presidente della Repubblica, già reiterata questa mattina in un colloquio informale, di restare al suo posto fino quantomeno all’approvazione della manovra di Bilancio da parte del Senato. L’incontro al Quirinale è terminato.
Ore 19.37 – +++ A quanto sembra dalle prime informazioni la formalizzazione delle dimissioni del premier avverrà solo dopo il varo della legge di Bilancio da parte del Senato, il che potrebbe avvenire venerdì prossimo 9 dicembre +++
Ore 19.18 – +++ Terminato il Consiglio dei ministri, Matteo Renzi è giunto al Quirinale per incontrare il presidente Sergio Mattarella +++.
Il giorno più lungo di Matteo Renzi sta per concludersi. Il premier salirà questa sera, 5 dicembre, al Quirinale dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella – dopo il necessario passaggio del Consiglio dei ministri – per presentare le proprie dimissioni che al momento, confermano fonti concordanti, sarebbero irrevocabili. L’ipotesi maggiormente accreditata fino a questo momento è che Renzi possa restare fino all’approvazione della Legge di Bilancio da varare in Senato in tempi brevissimi, già entro venerdì prossimo 9 dicembre. L’ipotesi, dunque, è quella di una fiducia “tecnica” a un Governo dimissionario che resta in carica per l’ordinaria amministrazione.
Una possibilità che ha come conditio sine qua non il congelamento delle dimissioni del premier fino all’approvazione della legge. L’iter potrebbe, secondo le stesse fonti, anche essere ulteriormente accelerato nel caso in cui al Senato si trovi un accordo per anticipare il termine della scadenza degli emendamenti in commissione e non presentare alcuna proposta di modifica. Sempre le stesse fonti fanno riferimento al fatto che un simile scenario già è stato praticato nel 2011 con il governo Berlusconi. Il presidente del Consiglio in mattinata si è recato al Quirinale per un colloquio di oltre un’ora con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale starebbe comunque valutando già altre possibili figure politiche e istituzionali adeguate a ricoprire il ruolo di “traghettatori” come nuovo presidenti del Consiglio. Fra le più accreditate c’è quella di Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia (LEGGI ANCHE: REFERENDUM SHOCK, RENZI ROTTAMATO. NUOVO GOVERNO A PADOAN?).
Il presidente della Repubblica in una nota, dopo il voto di ieri, ha ricordato che “Vi sono di fronte a noi impegni e scadenze di cui le istituzioni dovranno assicurare in ogni caso il rispetto, garantendo risposte all’altezza dei problemi del momento”. “L’Italia è un grande Paese con tante energie positive al suo interno. Anche per questo occorre che il clima politico, pur nella necessaria dialettica, sia improntato a serenità e rispetto reciproco“. “L’alta affluenza al voto, registratasi nel referendum di ieri, è la testimonianza di una democrazia solida, di un Paese appassionato, capace di partecipazione attiva”.
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