Altro caso di meningite: studentessa muore a Milano

Una ragazza di 24 anni è morta di meningite. Frequentava lo stesso laboratorio di Alessandra Covezzi, anche lei uccisa dalla stessa malattia nel luglio scorso.

Alla spaventosa lista dei morti di meningite si aggiunge anche il nome di Flavia Roncalli, scomparsa martedì 29 novembre per una meningite fulminante. La ragazza aveva 24 anni e studiava chimica presso l’università Statale di Milano, proprio come Alessandra Covezzi, sua coetanea e compagna di facoltà, stroncata quattro mesi fa dalla stessa malattia. Inizialmente si credeva che non ci fosse alcun legame tra i due casi, al punto che non era scattata neppure la procedura di profilassi; tuttavia, successivamente, su indicazione della direzione dell’ospedale Niguarda e dell’Ats, tale procedura è partita e chiunque è stato a contatto con Flavia dovrà assumere degli antibiotici a scopo precauzionale.

Nelle prime ore dopo il decesso, si credeva che la vittima non fosse stata uccisa da un’infezione batterica, ma gli esami successivi hanno mostrato una diagnosi diversa. Anche la sua vita, così come quella di Alessandra, è stata stroncata dalla meningite, ma i medici tendono ad escludere un legame tra i due casi, che sembra un’ipotesi molto remota. Quattro mesi sono ritenuti un periodo troppo lungo per ipotizzare un contagio diretto tra le due studentesse, sebbene non si possa del tutto eliminare questa possibilità. Il professore ordinario di Malattie infettive della Statale, Massimo Galli, ha sottolineato l’importanza dei vaccini, sia per i batteri di tipo C sia per quelli di tipo B.

Nell’ateneo le procedure di profilassi antibiotica dureranno tre giorni e saranno coinvolti diversi studenti e docenti che hanno frequentato il laboratorio di chimica nel quale studiava Flavia. Tuttavia, come spiegato dal servizio di igiene pubblica dell’Ats, solo chi ha avuto stretti e ripetuti contatti con la vittima dovrà sottoporsi alla profilassi. Intanto la Statale è in lutto per Flavia, seconda vittima di meningite, in soli quattro mesi, all’interno della struttura.

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Photo Credits: Facebook

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