Leader della Cuba socialista per quasi 60 anni, Fidel Castro è morto. Rimpianto da molti e odiato da molti altri è consegnato al giudizio della Storia.
«Rimarrò con voi, se lo volete, finché avrò la consapevolezza di potere essere utile, se prima non lo decide la stessa natura. Né un un minuto prima né un secondo dopo». Con queste parole il lider maximo Fidel Castro aveva dato il suo commiato agli inizi degli anni Duemila ai dirigenti del Partito comunista di Cuba. Ormai malato, dopo aver delegato il potere al fratello Raul definitivamente nel febbraio 2008, aveva quindi cominciato il lungo conto alla rovescia verso la fine della sua vita, il cui annuncio è stato dato da Raul (GUARDA IL VIDEO). Per Fidel è cominciato l’ultimo viaggio verso la memoria della Storia (LEGGI ANCHE: È MORTO FIDEL CASTRO, LEADER DELLA RIVOLUZIONE CUBANA).
La data chiave della nuova era di Cuba sotto il segno di Raul Castro è il 17 dicembre 2014: quel giorno, a sorpresa e con la mediazione di papa Francesco, l’argentino Jorge Mario Bergoglio, Cuba e gli Stati Uniti annunciano il disgelo dopo decenni di embargo e guerra fredda. Fidel è ormai in disparte ma incontra papa Francesco, così come aveva incontrato, definendolo amico, papa Giovanni Paolo II. Il fondatore della Rivoluzione socialista cubana resta un eroe per la sinistra nel mondo ma un dittatore sanguinario per i nemici.
È lui però, insieme al compagno rivoluzionario, assurto poi a mito, Che Guevara, il protagonista assoluto dell’isola caraibica per quasi sessant’anni, sulla scia della sua tenace battaglia contro la maggior potenza del mondo, gli Stati Uniti. Nato a il 13 agosto 1926 a Biran, figlio del proprietario terriero spagnolo Angel Castro e della cubana Lina Ruz, ha studiato prima nei collegi La Salle e Dolores di Santiago de Cuba, poi, dal 1941 al 1945, a L’Avana, nella prestigiosa scuola gesuita di Belen, periodo che incide fortemente nella sua formazione culturale, così come in quella del fratello, Raul.
Insieme al Che, Raul ed altri 79 volontari, nel’56 si rifugia nella Sierra Maestra. I due anni di guerriglia mettono alle corde il dittatore Fulgencio Batista. Il 1° gennaio 1959, i “barbudos” entrano trionfalmente a L’Avana. Forte di un inossidabile carisma e affascinante capacità oratoria, Fidel è stato per decenni il nemico numero uno di Washington: con il risultato che, mentre accresceva la sua dipendenza dall’Urss, appoggiava i movimenti marxisti e le guerriglie in America Latina e in Africa, diventando tra i leader del movimento dei Paesi non Allineati. Per i cubani, Castro è stato il Comandante, oppure semplicemente Fidel, sul quale sono state costruite tante storie: «non dorme mai», «non scorda nulla», «è capace di penetrarti con lo sguardo e sapere chi sei», «non commette sbagli». Con lui se ne va in parte anche il suo mito. Non la memoria.
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