Usa shock: la storia della campagna per il riconteggio dei voti

Jill Stein (partito dei verdi) ha già raccolto 2 milioni di dollari per la verifica in Michigan, Pennsylvania e Wisconsin. La campagna è aperta.

Tutto è pronto, parola di Jill Stein: la candidata del partito dei verdi, è pronta a chiedere il riconteggio dei voti per una verifica del risultato elettorale in alcuni stati chiave, considerando anche che la vittoria di Donald Trump non è andata giù a molti. La Stein aveva lanciato una pagina di raccolta fondi on-line necessari per richiedere la verifica in Michigan, Pennsylvania e Wisconsin e le donazioni sono già arrivate a quota due milioni di dollari, a testimonianza del fatto che il tycon è ancora travolto da un’ondata di proteste in seguito all’esito della votazione. Il termine per impugnare i risultati è venerdì 25 novembre.

Jill ha ammesso di aver agito a causa di “convincenti prove circa anomalie di voto” e che l’analisi dei dati aveva indicato “differenze significative nel voto totale”. “Queste preoccupazioni devono essere esaminate prima che le elezioni presidenziali vengano certificate”, aveva detto aggiungendo “meritiamo elezioni di cui ci si possa fidare”. La mossa della candidata dei verdi arriva tra le crescenti richieste di conteggi e verifiche dei risultati elettorali da parte di gruppi di accademici e attivisti, i quali sostengono che gli hacker stranieri potrebbero aver interferito con i sistemi di voto. I gruppi in questione stanno sollecitando Hillary Clinton a unirsi alla loro causa. I sostenitori della causa si sono riuniti su Twitter sotto l’hashtag #AuditTheVote.

“Sono interessato a verificare il voto”, ha detto Barbara Simons, consulente della Commissione elettorale statunitense ed esperta di voto elettronico. “Abbiamo bisogno di una verifica sulle schede elettorali”, ha dichiarato al Guardian. Sono moltissimi i professori specializzati in sicurezza informatica, che hanno, oltretutto, firmato una lettera aperta ai leader del Congresso, esprimendo “profondo turbamento” a causa di segnalazioni di interferenze straniere, chiedendo un rapido intervento dei parlamentari. “Il nostro paese ha bisogno di una accurata indagine pubblica del Congresso sul ruolo che le potenze straniere hanno giocato nei mesi precedenti fino a novembre”, hanno scritto gli accademici, pur rilevando che non intendono “mettere in discussione il risultato” delle elezioni in sé.

Photo Credits: Facebook

 

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