Allarme meningite: seconda vittima in due giorni. Ecco cosa fare per evitare la malattia

Lilia Agata Caputo, 64 anni, originaria di Rimini, ma residente a Viareggio (Lucca), è morta per meningite dopo analogo caso a Firenze. Le regole da sapere.

È deceduta all’ospedale di Livorno, un mese dopo il suo ricovero in seguito alla meningite, Lilia Agata Caputo, 64 anni, originaria di Rimini, ma residente a Viareggio (Lucca). La donna, secondo quanto riportato oggi 22 novembre sui quotidiani Il Tirreno e La Nazione, è deceduta a causa di complicazioni legate a una vasculite cerebrale. Per la donna, ex insegnante in pensione dallo scorso anno scolastico, il calvario era iniziato il 24 ottobre con febbre alta: da allora la situazione non è più migliorata. Di ieri 21 novembre la morte di un’altra donna, a Firenze. Dall’Istituto Superiore di Sanità rinnovato l’invito a tutti i toscani, adulti per primi, a vaccinarsi.

Ecco le principali regole da osservare per evitare il rischio di contrarre la meningite batterica, una malattia non frequente ma molto aggressiva. In primo luogo vaccinarsi. E fare uso degli appositi antibiotici nei casi di emergenza. In secondo luogo: evitare ambienti chiusi e molto affollati dove c’è poca aria per tutti. La meningite teoricamente può trasmettersi anche tramite saliva, starnuti, baci, scambio di posate, condivisione di alimenti. I batteri che provocano la meningite sono il meningococco, il pneumococco e l’emofilo. Albergano nelle alte vie respiratorie – naso e gola -, spesso di portatori sani e asintomatici. La presenza non è in sé indice di malattia e la trasmissione avviene da persona a persona attraverso secrezioni respiratorie, ma questi batteri fuori dell’organismo sopravvivono solo per pochi minuti.

I sintomi sono inizialmente difficili da riconoscere e per questo spesso la diagnosi arriva tardi. Nelle prime 10 ore compare febbre e stato simil influenzale. Successivamente il mal di testa diventa forte, compare rigidità muscolare e la febbre diventa alta. Dopo circa 20 ore si presentano sintomi gravi come perdita di conoscenza, convulsioni, macchie sul corpo.

Le età più a rischio di contrarre l’infiammazione della membrana che riveste cervello e midollo (meninge), sono bimbi piccoli e giovani under 25, per via delle maggiori situazioni di socializzazione che favoriscono il contagio. Nel 10% dei casi la malattia è rapida e acuta, e porta al decesso in poche ore. Solo il 50-60% di chi viene colpito guarisce completamente, mentre il 30% sopravvive riportando conseguenze gravi, come protesi acustiche o degli arti, cicatrici invalidanti, problemi alla vista.

L’incubazione della meningite dura 10 giorni: è in questa finestra temporale che si può fare la profilassi, ovvero una terapia antibiotica specifica: più è precoce, maggiori sono le probabilità che la malattia guarisca.

Evitare la malattia? È facile: occorre vaccinarsi, previo colloquio col proprio medico di famiglia. Tutti possono garantirsi una difesa dalla meningite: adulti, anziani e bambini. Ci si può vaccinare contro meningite da Haemophilus influenzae di tipo B, per le forme causate dallo pneumococco e dai ceppi A, B, C, Y, W 135 del meningococco. Tra questi ceppi quello più diffuso è il B ma quello che ha fatto più parlare è il C, che nel 2016 in Toscana ha fatto registrare 24 casi, tra cui 4 deceduti. “Tutti con età superiore ai 10 anni perché in Toscana il vaccino è stato introdotto tra quelli obbligatori dal 2005 per tutti i nuovi nati”, commenta Alberto Villani, responsabile Malattie Infettive del Bambino Gesù di Roma.

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