La bambina aveva perso la vita nel febbraio 2015 per la mancanza totale di cure: non veniva neppure girata nella culla, né cambiata.
A meno di due anni dai fatti è arrivata venerdì 18 novembre una sentenza che farà discutere. E che comunque potrà essere un precedente. Aurora aveva 9 mesi quando morì di stenti nella sua culla in una casa di Milano. Pesava poco più di sei chili, aveva piaghe sul corpo perché non veniva cambiata e il cranio deformato perché veniva lasciata sempre nella stessa posizione. E così la piccola nella notte tra il 26 e il 27 febbraio del 2015, come hanno testimoniato i medici legali, si era spenta “a poco a poco”.
Oggi per il papà e la mamma della bambina, sotto processo davanti ai giudici della corte d’Assise per maltrattamenti aggravati, è arrivata la sentenza di condanna: 12 anni. La richiesta di pena da parte del pm Cristian Barilli era molto più alta: venti anni per Marco Falchi, il padre che secondo un teste “cantava con gioia” dopo la morte della piccola.
E sedici per la madre, Olivia Beatrice Grazioli, perché per l’accusa “minore in lei è l’entità del dolo”. Nessuna attenuante poiché questo produrrebbe una “svalutazione di quanto accaduto” aveva detto il pubblico ministero. Diversamente hanno invece disposto i giudici, che per entrambi i genitori hanno definito la stessa pena.
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