Il politico campano Nicola Cosentino condannato in primo grado a 9 anni di galera. Farà appello. Secondo i giudici era referente esterno dei clan di camorra.
L’ex sottosegretario del Pdl Nicola Cosentino è stato condannato in primo grado a nove anni di carcere e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici per concorso esterno in associazione camorristica. La sentenza del tribunale di Santa Maria Capua Vetere è stata letta in aula giovedì 17 novembre. Nicola Cosentino è stato invece assolto per un capo d’imputazione residuale, quello relativo allo scambio di assegni e titoli di credito tra esponenti dei clan e l’impresa di famiglia, la Aversana Petroli. Tra novanta giorni i giudici renderanno note le motivazioni. Il pm della Dda di Napoli Alessandro Milita aveva chiesto 16 anni di condanna.
La sentenza è arrivata al termine di lunghissimo processo iniziato il 10 marzo 2011 e spalmato in 141 udienze, forse il più lungo mai celebrato con un solo imputato. In cinque anni e mezzo il pm Milita e gli avvocati Agostino De Caro e Stefano Montone hanno formato una lista testi di 300 persone e ne hanno sentite circa 110, di cui 16 collaboratori di giustizia collegati in videoconferenza dai luoghi protetti.
Tra i testimoni, come riporta il Fattoquotidiano.it, sono stati sentiti i big del clan dei Casalesi, oggi pentiti di camorra, tra cui l’ex reggente del clan Bidognetti Luigi Guida, Gaetano Vassallo, Anna Carrino, Franco Di Bona, e alcuni tra i leader della politica campana, tra cui l’ex Governatore della Campania Antonio Bassolino. Sono stati sentiti anche il suo ex braccio destro Massimo Paolucci, l’ex parlamentare Lorenzo Diana, l’ex ministro dell’Ambiente Altero Matteoli. I legali hanno messo in discussione l’attendibilità dei collaboratori di giustizia “completamente inaffidabili per le versioni discordanti”. Gli avvocati di Cosentino hanno preannunciato ricorso in Appello.
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