Mosca ha deciso di non ratificare lo Statuto di Roma a causa della mancanza di indipendenza da parte della CPI.
Il decreto presidenziale firmato dal Presidente Vladimir Putin ha stabilito che la Russia non ratificherà lo Statuto della Corte. Questo trattato, istitutivo della Corte Penale Internazionale, era stato approvato dalla Conferenza diplomatica dei rappresentati plenipotenziari sotto l’egida dell’Onu a Roma il 17 luglio 1998, e la stessa Russia lo aveva sottoscritto nel 2000. Lo Statuto è entrato in vigore nel 2002, una volta raggiunti i 60 stati previsti per la sua costituzione.
Diverse le ragioni riportate da Mosca, che lamenta prima di tutto una disattesa delle aspettative. La CPI avrebbe dovuto offrire maggiore garanzie per il mantenimento della pace e dei rapporti internazionali, ma secondo il Cremlino il suo lavoro non è stato sufficiente. Al centro della rottura c’è sicuramente il caso della Crimea, definito dalla CPI come un’annessione generata all’interno di un conflitto militare tra Russia e Ucraina. Di fatto si è parlato di un’occupazione russa, che avrebbe favorito militarmente i separatisti, mentre Mosca rivendica di aver rispettato la volontà espressa dai cittadini della Crimea.
Secondo le istituzioni russe la corte non è in grado di rispettare le premesse per le quali era stata pensata e la sua debolezza è ancora più accentuata dal fatto che paesi come gli Stati Uniti, Israele e Cina non hanno mai sottoscritto lo Statuto di Roma. In aggiunta Mosca fa sapere attraverso il Ministero degli Esteri che la Corte non ha saputo guadagnare autorevolezza e non è stata in grado di agire indipendentemente. In particolare si sottolinea come in 14 anni di attività siano state emesse poche sentenze, mentre i costi sostenuti sono stati molto alti.
La situazione è diventata ancora più tesa dal momento che gli Stati Uniti premono per nuove sanzioni contro la Russia, relative ai crimini di guerra che Mosca avrebbe commesso durante le operazioni militari in Syria. Inoltre, anche la Francia tramite il Presidente Francois Hollande ha richiesto dei provvedimenti contro la Russia per le azioni compiute nell’ambito della campagna siriana.
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