La corte di cassazione egiziana ha annullato oggi la condanna a morte inflitta all’ex presidente Mohammed Morsi ed altri 22 leader dei Fratelli Musulmani.
Lo riporta Al Arabiya. La corte di cassazione egiziana ha annullato la condanna a morte inflitta all’ex presidente Mohammed Morsi ed altri 22 leader dei Fratelli Musulmani tra i quali anche la guida suprema Mohammed Badie. La sentenza della corte si riferisce al processo noto come “l’evasione dal carcere di Wadi al Natrun” del gennaio 2011.
A maggio era arrivata la conferma che la Corte d’assise del Cairo oggi aveva confermato la condanna a morte preliminare inflitta il mese prima a Morsi per l’evasione di massa del 2011. Morsi era accusato di aver pianificato l’evasione dal carcere dei vertici dei Fratelli musulmani nel 2011 e delle aggressioni alle forze dell’ordine durante la ‘primavera araba’ in Egitto. La sentenza era arrivata dopo che i giudici avevano chiesto il parere del Gran Muftì, interprete della ‘legge islamica’ e con un ruolo di consulenza per il governo. Il parere è segreto e non vincolante, ma per essere esecutiva la sentenza deve passare al suo vaglio.
Ingegnere chimico con una laurea all’Università del Cairo (1975), un master (1978) e un PhD alla University of Southern California (1982), Mohamed Morsi ha operato alla California State University, Northridge, dal 1982 al 1985, anno in cui è tornato in Egitto. È divenuto Presidente a seguito delle elezioni presidenziali del 2012 ed è stato il primo ad assumere tale carica con elezioni democratiche; è rimasto in carica per circa un anno, fino al 3 luglio 2013, quando venne deposto da un colpo di Stato militare. Fu posto quindi agli arresti domiciliari con l’imputazione di istigazione alla violenza e spionaggio. Il 29 gennaio 2014 Morsi ha dovuto affrontare un secondo processo sotto l’imputazione di evasione dalla prigione di Wadi al-Natrūn in cui era stato detenuto nel corso della Rivoluzione egiziana del 2011, per aver cospirato in combutta con gruppi militanti stranieri, inclusi Hezbollah e Hamas, e per aver provocato una gravissima situazione d’instabilità nel Paese. Oggi arriva la sentenza shock: il processo è tutto da rifare.
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