Dal Governo Renzi in arrivo un formale veto al bilancio dell’Unione europea. Per l’esecutivo italiano, Bruxelles “non ci aiuta su immigrazione e sicurezza”.
Alla fine la direzione scelta dal Governo Renzi è quella da alcuni auspicata, da altri molto temuta: un sostanziale veto sul via libera al bilancio dell’Unione europea, di cui l’Italia rappresenta il 30% del Pil. Il governo ha infatti “confermato la riserva“, martedì 15 novembre: tradotto vuol dire un’anticipazione di veto duro e puro – e quindi formale – alla proposta di compromesso fatta dalla presidenza slovacca della Ue, per la revisione del bilancio pluriennale (2014/2020) dell’Unione.
Un documento che l’esecutivo italiano considera inaccettabile perché mancano garanzie per l’aumento di risorse “a favore delle nostre priorità“: immigrazione, sicurezza, disoccupazione giovanile o programmi per la ricerca. Ad annunciare la posizione maturata negli ultimi tempi, anticipata anche dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, è stato il sottosegretario Sandro Gozi, a margine del Consiglio Affari Generali a Bruxelles. Nel pranzo dei ministri a porte chiuse l’Italia ha “tenuto con coerenza la sua linea”, ha spiegato il sottosegretario agli Affari europei. Parlando pochi giorni fa alla trasmissione Che tempo che fa, Renzi aveva spiegato la posizione dell’Italia richiamando i dissidi con alcuni Paesi europei – l’Ungheria in particolare – sulla gestione dei flussi di migranti e sulla chiusura delle barriere, che si contrappone allo sforzo italiano di soccorrere i migranti che attraversano il Mediterraneo sui barconi della disperazione.
“Visto che siamo contributori del bilancio europeo e che siamo impegnati da soli a gestire l’emergenza nel Mediterraneo”, aveva spiegato il premier intervistato da Fabio Fazio, “non possiamo permettere che altri Paesi utilizzino i fondi europei per costruire muri”. Martedì 15 novembre Gozi ha dettagliato ulteriormente la scelta italiana. Alla domanda se si tratti un veto vero e proprio, il sottosegretario risponde: “Il veto si pone in una votazione formale. Oggi non c’era una votazione formale, quindi la dizione non è ‘veto’ ma ‘riserva’ e noi abbiamo posto formalmente la nostra riserva che la presidenza slovacca annuncerà”.
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