Erano ostaggi di rapitori legati ad al-Qaeda dallo scorso 19 settembre. Ora i due tecnici Danilo Calonego e Bruno Cacace possono tornare a casa.
Danilo Calonego e Bruno Cacace, i due tecnici italiani rapiti in Libia, sono stati liberati. La notizia è arrivata nella notte fra il 4 e il 5 novembre. Riportata d alcuni media libici, l’informazione è stata confermata da autorevoli fonti italiane. Con loro liberato anche il cittadino canadese Frank Boccia, rapito nella stessa circostanza. Bruno Cacace, 56 anni, residente a Borgo San Dalmazzo (Cuneo), che vive in Libia da 15 anni, e Danilo Calonego, 66 anni, della provincia di Belluno, erano stati rapiti tra le 7 e le 8 del mattino del 19 settembre scorso a Ghat, nel sud della Libia al confine con l’Algeria, da sconosciuti armati e mascherati.
Con loro era stato rapito anche l’italo-canadese Frank Boccia. Tutti e tre sono tecnici dell’azienda Con.I.Cos. e al momento del rapimento lavoravano all’aeroporto della cittadina libica. Fonti della sicurezza algerina citate dal sito Middle East Eye – secondo quanto riporta RaiNews 24 – avevano diffuso informazioni sul sequestro degli italiani e dell’italo-canadese.
I tre sarebbero finiti nelle mani di un gruppo algerino legato ad al-Qaeda nel Maghreb islamico guidato da Abdellah Belakahal. Oltre al riscatto in denaro, i rapitori avrebbero chiesto la scarcerazione di due prigionieri, tra i quali il fratello di Belakahal, in carcere per traffico di armi. La minaccia nel caso di un mancato pagamento era quella di “consegnare gli ostaggi a una cellula dello Stato islamico”. L’Italia avrebbe chiesto la mediazione delle autorità algerine, che mantengono stretti rapporti i tuareg e i tobu della zona. Alla fine, dopo quasi due mesi, la liberazione dei nostri connazionali.
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