Veronica Panarello, mamma di Lorys Stival, si apre a 360 gradi in un’intervista a Libero in cui racconta la sua verità sull’omicidio.
Lorys Andrea Stival aveva 8 anni ed era figlio di una coppia di Santa Croce Camerina, frequentava la terza e lementare quando un sabato mattina scompare nel nulla. Accompagnato a scuola in auto dalla madre, lei lo ha lasciato a un incrocio distante circa 50 metri dal cancello dell’istituto poco prima delle 8:30. Una vigilessa che controllava la zona a quell’ora ha confermato di avere visto il bambino mentre a piedi si avvicinava al cancello. La madre è tornata a riprendere il figlio intorno alle 12:30, alla fine delle lezioni del sabato, ma Stival non c’era e nessuno lo aveva visto dentro alla scuola quella mattina.
Il bambino è stato trovato morto in un canneto in un piccolo avvallamento formato da un canale in questo periodo senz’acqua. Dopo un lungo processo fatto di accuse e colpi di scena, la madre, Veronica Panarello, è stata condannata a 30 anni per il suo omicidio. A inchiodarla, oltre al test del dna, anche il cambio frequente di versioni dei fatti: inizialmente disse che Loris si era strangolato da solo, poi diede la colpa al nonno, con cui avrebbe avuto una relazione amorosa, secondo quanto dichiarato dalla donna.
Veronica Panarello, intervistata, ha raccontato: «Vel’ho detto: è stato mio suocero. Che si fosse strangolato da solo, l’ ho detto sì. E quella è stata l’ unica bugia dettata dalla paura. Una versione a metà, in preda allo choc ho descritto la scena in maniera parziale. Io avevo paura, ero terrorizzata, ma questo nessuno lo capisce. Io non avevo la forza di parlare. Ho dovuto trovare il coraggio e poi, soltanto a quel punto, ho raccontato tutto. Ho detto come sono andate le cose veramente e mi sono svuotata. Non ho protetto mio suocero».
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