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Banche inglesi in fuga dalla Brexit: via dalla Gran Bretagna nel 2017

Pubblicato da
Domenico Coviello

Barclays, NatWest, Santander e molte altre. Le banche più importanti del Regno Unito non vogliono essere penalizzate dagli effetti della Brexit, l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europa, sancita dal referendum popolare dei mesi scorsi.

Le grandi banche britanniche fanno le valige. E si preparano a lasciare, entro i primi mesi del 2017, l’Inghilterra che ha voltato le spalle all’Europa col voto sulla Brexit. Anthony Browne, amministratore della British Banking Association, la maggiore associazione di lobbysti del settore bancario nel Regno Unito, con soci come Barclays, NatWest e Santander, fa la mossa del cavallo nella infinita partita a scacchi del post-Berxit.

“La maggior parte delle banche internazionali – spiega in un articolo da lui firmato sull’Observer – ha creato gruppi di lavoro che stanno valutando quali operazioni dovranno essere trasferite altrove, in modo da garantire i propri impegni con i clienti, quando farlo e come. Le loro mani fremono sul tasto del trasferimento. Molte banche piccole hanno pianificato di avviare le procedure entro Natale: altre più grandi dovrebbero iniziare nei primi mesi del 2017”. Come ricorda il Fatto Quotidiano Browne avverte che il clima fra i banchieri inglesi è molto pesante.

A preoccuparli è la persistente incertezza sul mantenimento dei passporting rights – letteralmente “i diritti di passaporto” – cioè la possibilità, per società di servizi finanziari (banche ma anche fondi di investimento e compagnie assicurative) di condurre le loro attività negli altri paesi europei riducendo al minimo le formalità e, soprattutto, senza bisogno di ottenere l’autorizzazione ad operare dal singolo stato membro. Cosa che prima della Brexit avveniva. In pratica per i banchieri inglesi è impossibile aspettare i tempi lunghi della politica circa i negoziati per uscire dall’Unione europea. “Colleghi di banche europee concordano sul fatto che, nel settore dei servizi finanziari, è vitale mantenere un mercato integrato e che non farlo sarebbe autodistruttivo – sottolinea Browne nel suo articolo – . Lo pensano anche le autorità regolatrici di Regno Unito ed Unione Europea. Se la trattativa venisse lasciata a loro, avremmo una soluzione rapida e razionale. Ma la politica sta trionfando sull’economia e saranno i politici a decidere”. E il governo di Theresa May non sembra affatto simpatizzare con le richieste della City. Così le banche hanno deciso di procedere da sole.

Photo credits: Twitter

Domenico Coviello

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Domenico Coviello

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