Drammaturgo, attore, regista, scrittore, illustratore, pittore, scenografo, attivista italiano e Premio Nobel per la letteratura nel 1997. Fo aveva 90 anni.
Muore Fo, un’era si chiude; quella degli artisti a tutto tondo, dei capolavori poliedrici e didattici, un’era rigogliosa in Italia che ha già tristemente salutato tanti altri come lui, da Pasolini a Troisi. Morto a 90 anni e sette mesi per problemi polmonari. Era ricoverato da 12 giorni all’ospedale sacco di Milano. Un’esistenza lunga e fortunata. «Esageratamente fortunata», ripeteva lui, che per la vita provava un amore folle e smisurato.
Figlio di Felice Fo, capostazione e anche attore in una compagnia amatorial,e è cresciuto in una famiglia intellettualmente vivace, compiuti gli studi all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano, dal 1950 Fo cominciò a lavorare per la RAI come attore e autore di testi satirici. Fatale è l’incontro con Franca Rame, la donna della sua vita, compagna d’arte e anima gemella. Lei è corteggiata da tutti e lui non osa avvicinarla, la Rame lo manda in tilt inchiodandolo senza preamboli con un bacio. Amore a prima vista, matrimonio borghese, in chiesa a Sant’Ambrogio, la nascita di un figlio, Jacopo, che erediterà la loro passione per la scena. Nel 1959 crea con la moglie un gruppo teatrale che porta il suo nome e nel 1969 arriva “Mistero buffo”, l’opera forse più famosa di Dario Fo, che sviluppa la ricerca sulle origini della cultura popolare.
Nel 1997 riceve il Premio Nobel per la Letteratura, “per avere emulato i giullari del Medio Evo, flagellando l’autorità e sostenendo la dignità degli oppressi”. “Dario Fo”, si legge nel comunicato ufficiale della Fondazione Nobel, “con un misto di riso e di serietà ci apre gli occhi sugli abusi e le ingiustizie della società, aiutandoci a collocarli in una prospettiva storica più ampia”. Il 24 marzo aveva celebrato i suoi 90 anni con una festa pubblica. Al Piccolo Teatro Studio, il 23 marzo, il giorno precedente, dove amici, spettatori, celebrità – dal sindaco Pisapia a Claudio Bisio – lo avevano applaudito. Oggi si spegne in mattinata, dopo il ricovero per problemi polmonari. Il presidente del Consiglio Renzi scrive, inuna nota: “Con Dario Fo l’Italia perde uno dei grandi protagonisti del teatro, della cultura, della vita civile del nostro paese. La sua satira, la ricerca, il lavoro sulla scena, la sua poliedrica attività artistica restano l’eredità di un grande italiano nel mondo. Ai suoi familiari il cordoglio mio personale e del governo italiano”.
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