Ai genitori dei bimbi italiani iscritti a scuola un questionario per capire se fossero “italiani-italiani, italiani-napoletani, italiani-siciliani”.
Lo shock è stato forte. Quando le famiglie italiane che vivono a Londra si sono viste recapitare a casa in questi giorni un questionario sui loro figli da parte delle scuole di quartiere, qualche papà non ci ha visto più. “Siete italiani, napoletani o siciliani?” era in sostanza il quesito. Come se esistessero almeno tre tipi di cittadino del Bel Paese: l’italiano doc, l’italiano-napoletano e l’italiano-siciliano. Così parecchi genitori nostri connazionali si sono attaccati a mail e telefono per contattare subito l’ambasciata di Roma in Inghilterra. E protestare duramente.
Ma cosa è successo davvero? L’incredibile domanda fa parte di un questionario che alcune scuole della Gran Bretagna hanno inviato alle famiglie dei nuovi alunni per l’anno scolastico iniziato da circa un mese, nel settembre scorso. Teoricamente l’iniziativa doveva essere tutt’altro che discriminatoria, dal punto di vista dei dirigenti scolastici. Serviva cioè a stabilire la provenienza etnica dei figli di immigrati per poter fornire sia ai bambini che ai genitori, la necessaria assistenza linguistica per imparare meglio l’inglese. Ma il risultato è stato esattamente opposto: i genitori dei bimbi italiani si sono sentiti schedati in base all’origine regionale: del Centro-Nord o del profondo Sud. In pratica vittime di un atto di razzismo.
L’intervento della diplomazia tricolore non si è fatto attendere. “L’Ambasciata d’Italia nel Regno Unito è intervenuta per richiedere la modifica di talune categorizzazioni regionali riferite all’Italia comparse sui moduli online per l’iscrizione scolastica in alcune circoscrizioni in Inghilterra e nel Galles”, afferma una nota. “I codici presentati per la selezione dell’appartenenza etnica, utilizzati sui siti di alcune circoscrizioni scolastiche, indicavano infatti una scelta fra ‘italiano’, ‘italiano – napoletano’ e ‘italiano-siciliano’. L’Ambasciata ha protestato con le autorità britanniche, richiedendo la rimozione immediata di tali categorizzazioni“. Nella nota verbale di protesta si ricorda che “l’Italia è dal 17 marzo 1861 un Paese unificato”: un tirata d’orecchi al ministero d’Istruzione britannico, come a dire: non lo sapete che l’Italia non è più un’espressione geografica ma una nazione unita?
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