Carabiniere ad Alessandria, il maresciallo capo Andrea Ghiazza ha salvato una donna di 28 anni: l’ha afferrata mentre si stava lanciando nel vuoto. Per lui sono arrivati i complimenti personali del comandante dell’Arma, Tullio Del Sette.
Lo ha chiamato personalmente il generale Tullio Del Sette, comandante dell’Arma dei carabinieri. Per complimentarsi con lui: il carabiniere maresciallo capo Andrea Ghiazza, in servizio ad Alessandria. E’ un gesto molto significativo per un comandante verso un suo sottoposto, che non viene fatto spesso. Anzi. Ma questa volta le buone ragioni c’erano tutte. Il militare si è reso protagonista di un intervento eroico. Ha letteralmente salvato dalla morte una giovane donna che si stava lanciando nel vuoto, afferrandola all’ultimo istante per una caviglia impedendole di precipitare. La notizia è stata resa nota oggi 11 ottobre 2016.
Fuori servizio, libero dal lavoro, il carabiniere era nella sua città in compagnia delle figlie di 9 e 12 anni e stava facendo podismo. A un certo punto, all’altezza di un cavalcavia ha notato con la coda dell’occhio una persona che sembrava volersi buttare giù. Non ci ha pensato un attimo: è tornano indietro correndo ed è riuscito nel miracolo. La donna, una ragazza di 28 anni, sudamericana, si era già calata una bandana sugli occhi e si stava lasciando cadere all’indietro dal cavalcavia della tangenziale.
Il maresciallo Ghiazza non ha mollato la presa per diversi minuti, salvando così la donna, mentre intanto altri soccorritori arrivavano sul posto, attirati dalle urla e dalla concitazione dei passanti. Alla fine in tre persone, altre due oltre al carabiniere, sono riuscite a risollevare la donna dal vuoto in cui aveva rischiato di precipitare. Il giorno dopo i fatti il marito della 28enne si è recato al comando provinciale di Alessandria per ringraziare l’uomo che ha salvato sua moglie. Andrea Ghiazza, pressato dai cronisti, non ha voluto comunque entrare in troppi particolari. “Diciamo solo che sono stati attimi commoventi – ha spiegato il maresciallo capo -, piangevamo un po’ tutti…”.
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