Due Referendum molto importanti ci sono svolti nel mondo: quello sulle quote di redistribuzione dei migranti in Ungheria e il Referendum per l’accordo di pace con le Farc in Colombia. Proviamo a spiegare l’importanza del risultato di queste due votazioni
Il Referendum sta diventando sempre di più la modalità di voto preferita dagli elettori e capace di condizionare fortemente il corso politico di uno stato. In Italia a breve, il 4 dicembre, si andrà alla urne per votare sì o no per la Riforma Costituzionale voluta dal Premier Renzi. (LEGGI ANCHE: REFERENDUM COSTITUZIONALE: SI VOTA IL 4 DICEMBRE. LA GUIDA SEMPLIFICATA DELLA RIFORMA COSTITUZIONALE). Intanto nel mondo si sono svolti altri due Referendum molto importanti che possono condizionare le dinamiche politiche e sociale del mondo, quello in Ungheria e quello della Colombia. Vediamo nello specifico perché sono state così importanti queste votazioni.
REFERENDUM IN UNGHERIA
A volerlo è stato il Premier ungherese Viktor Orban, da sempre contrario alla politica dell’Unione Europea, sopratutto per quanto riguarda i migranti. Sua e di altre paesi vicini all’Ungheria è stata la decisione di chiudere le frontiere per bloccare la rotta balcanica dei migranti. Il passaggio verso l’Europa che milioni di persone hanno attraversato per scappare dalla Siria. Sempre in linea con le idee anti Europa, Orban ha indetto un Referendum nel quale si chiedeva ai cittadini ungheresi la propria opinione sulla scelta dell’Europa di ripartire fra gli Stati membri i migranti arrivati con la recente ondata. Questo era il quesito: “Vuole che l’Ue possa prescrivere l’insediamento obbligatorio di cittadini non ungheresi anche senza il consenso del Parlamento ungherese?“. L’affluenza è stata del 43% degli otto milioni e 270mila elettori, al di sotto del 50% necessario perchè la consultazione fosse ritenuta giuridicamente valida. Si tratta di un insuccesso per il popolarissimo premier nazionalconservatore, Viktor Orban, che però ha subito rivendicato il successo plebiscitario del no, arrivato al 98%, per trarne un’indicazione politica e battersi a Bruxelles contro la redistribuzione dei migranti tra gli Stati membri.
REFERENDUM IN COLOMBIA
In America Latina c’è stato un altro importante Referendum che riguarda la Colombia. I colombiani sono stati chiamati alle urne per decidere se approvare o meno la pace con le Farc. Una votazione storica per la pacificazione del paese, ma che ha portato a una amara sorpresa. I colombiani non vogliono la pace con i guerriglieri. Il ‘no’ si è imposto di un soffio, con il 50,21% contro il 49,78%, in un votazione che ha fatto segnare un’enorme astensione, il 62,57%. Il grande sconfitto è il presidente Juan Manuel Santos, che si era giocato il suo capitale politico per la pace, il quale ha già detto che la tenuta del governo non dovrà essere influenzata dalla sconfitta referendaria. “Come capo di Stato, sono il garante della stabilita’ della nazione, e questa decisione democratica non deve pregiudicare questa stabilità, che voglio garantire“.
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