Ospite a Radio Popolare il premier Renzi torna a parlare del referendum e chiarisce che dal Pd non arriveranno cambiamenti alla riforma, ma è pronto a discutere le proposte che verranno avanzate.
“Per me l’Italicum – sottolinea Renzi – è una ottima legge ma se tutti pensano di riaprire il tema, il Pd è pronto non a presentare un’altra proposta sennò fai come il carciofo, con gli altri che dicono solo no. Ma siamo disponibili veramente ad andare a vedere le carte e a confrontarci“.
La costituzione non viene stravolta. Un ascoltatore manifesta la preoccupazione che il governo, con questa riforma, vada a stravolgerere la Carta scritta dai padri costituenti. La replica di Renzi: “La Costituzione non viene stravolta perché dei 47 articoli su cui interveniamo la maggioranza riguarda il Titolo V che ha fatto D’Alema e non i partigiani. La riforma della Costituzionale non dà più poteri al presidente del Consiglio, dove sta scritto? Ho chiesto a Zagrebelsky, Travaglio o a Smuraglia dove l’hanno letto ma nessuno l’ha ancora trovato. Io dico che in questa riforma ci sono più garanzie, a cominciare dallo statuto delle opposizioni”. Renzi spiega che “la gran parte dei partiti costituenti erano contrari al bicameralismo paritario che fu un compromesso perché i partiti non erano d’accordo”. Anche su numero dei parlamentari il premier sostiene che “il numero dei parlamentari è cresciuto, non è quello che avevano voluto i partigiani”. “Non combatto contro la libertà ma contro il Cnel e gli sprechi”, chiosa il presidente del Consiglio.
Sfida Pazzesca. “È normale che ci siano così tanti indecisi, poi nel tempo crescerà l’attenzione. Noi stiamo cercando di fare di tutto perché ciascun cittadino possa farsi la sua opinione”, sottolinea il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Che ammette: “Ho fatto un errore di personalizzazione all’inizio, ma qualcun altro persevera. Secondo il premier «nei prossimi due mesi ci giochiamo i prossimi 20 anni: è una sfida pazzesca, una partita chiave, molto più grande del futuro mio e del mio governo“. Quindi Renzi sferza il fronte del no, a partire dal Movimento cinque Stelle.
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