Al Teatro Costanzi di Roma, dal 16 al 30 ottobre 2016, un titolo molto atteso dagli appassionati dell’opera: Un ballo in maschera di Giuseppe Verdi, un capolavoro dal fascino intramontabile.
Dal 16 al 30 ottobre 2016 al Teatro Costanzi di Roma andrà in scena Un ballo in maschera, opera in tre atti su musiche di Giuseppe Verdi, libretto di Antonio Somma basato sul libretto di Eugène Scribe, per l’opera scritta da Daniel Auber nel 1833 Gustave III, ou le Bal Masqué. Lo spettacolo è un nuovo allestimento in coproduzione con Teatro dell’Opera di Malmö, per la regia di Leo Muscato, scene di Federica Parolini, costumi di Silvia Aymonino, disegno luci di Alessandro Verazzi. Sul podio, a dirigere l’Orchestra del Teatro dell’Opera, Jesús López-Cobos, mentre il Coro è diretto dal Maestro Roberto Gabbiani. Interpreti principali: RICCARDO Francesco Meli/Angelo Villari (23, 27, 30 ottobre); RENATO Simone Piazzola/Juan Jesús Rodríguez (23, 27, 30 ottobre); AMELIA Hui He/Julianna Di Giacomo (23, 27, 30 ottobre); ULRICA Dolora Zajick/Sara Murphy (23, 30 ottobre); OSCAR Serena Gamberoni/Jessica Nuccio (23, 30 ottobre); SAM Alessio Cacciamani; TOM Dario Russo; SILVANO Gianfranco Montresor; UN GIUDICE Gianluca Floris.
Frutto della giovane amicizia con Antonio Somma, nata durante il periodo de La Traviata, l’opera, prima di essere rappresentata la prima volta al Teatro Apollo di Roma il 17 febbraio 1859, dovette subire numerose modifiche dettate prima dalla censura borbonica e poi romana. Fu nella primavera del 1856 che Verdi iniziò a prendere contatto con Vincenzo Torelli, l’allora giornalista e segretario della direzione del Teatro San Carlo, proponendogli un soggetto del tutto nuovo: un Re Lear di Shakespeare, cui aveva iniziato a lavorare in quel periodo insieme a Somma, ma che non concretò mai a causa dell’incertezza del maestro sulla compagnia teatrale e sullo stesso soggetto. Fu firmato comunque un contratto per la stagione teatrale del Carnevale del ‘57-‘58, dando così modo a Verdi di continuare i suoi lavori (tra cui il Simon Boccanegra per la Fenice di Venezia).
Ma non fu facile trovare un altro soggetto da musicare: entro giugno bisognava presentare un compendio dell’argomento scelto. Nelle lettere di Verdi a Torelli si parla di diversi drammi: Avrei amato fare il Ruy Blas; ma avete ragione, non conviene fare la parte brillante a Coletti, d’altra parte non avrebbe potuto fare la parte del protagonista. La mia attenzione si era fermata sopra un dramma molto bello ed interessante: Il Tesoriere del re D. Pedro, che feci subito tradurre; ma, nel farne lo schizzo per ridurlo a proporzioni musicabili, vi ho trovato tali inconvenienti da deporne il pensiero. Ora sto riducendo un dramma francese, “Gustave III di Svezia”, libretto di Scribe, e fatto all’ Opéra or sono più di vent’anni.
Fu quest’ultimo al quale Verdi scelse di lavorare, in accordo con la direzione del teatro. Nell’ottobre del 1857 Somma e Verdi si misero quindi al lavoro, lavorando al libretto e alla musica e rifacendosi (con opportune modifiche) al lavoro di Scribe ed Auber, ma, quando furono mandati i primi abbozzi, Torelli si affrettò ad avvisare il maestro che la censura avrebbe chiesto molti cambiamenti. Verdi giudicò discutibili tutte le richieste, soprattutto lo spostamento all’indietro di cinque o sei secoli dell’epoca in cui ambientarla; eppure a gennaio, dopo essere giunto a Napoli, riuscì con Somma a presentare un libretto con un nuovo titolo: Una vendetta in Domino, cambiando il re in duca di Pomerania e trasportando l’azione un secolo indietro.
Ma, con l’attentato a Napoleone III, avvenuto il 13 gennaio ad opera di Felice Orsini, tutto il lavoro fu di nuovo giudicato inadatto. La direzione del San Carlo decise quindi di muoversi autonomamente facendo modificare il titolo e gran parte del contenuto del libretto, denominato ora Adelia degli Adimari, ad un librettista anonimo (si suppone fosse Domenico Bolognese, l’allora poeta ufficiale del teatro). Appresa la notizia, Verdi decise di sciogliersi dal contratto ancor prima di aver visionato il nuovo lavoro; la direzione gli fece causa ed egli rispose con una querela per danni. Il tutto si dovette risolvere in tribunale. Dopo mesi si giunse ad un accordo: la direzione ritrattò le accuse e in cambio Verdi mise in scena al San Carlo una ripresa del Simon Boccanegra il 30 novembre del ’58.
Ma il desiderio di mettere in scena la sua opera spinse il maestro a prendere contatto con l’impresario del Teatro Apollo di Roma, Vincenzo Jacovacci, il quale fu ben lieto della notizia, ma preannunciò che l’opera avrebbe dovuto subire qualche cambiamento per la censura. Somma esortò Verdi a lasciar perdere e a dare il libretto a Milano dove sarebbe passato indenne in teatro, ma per il maestro bisognava dare uno “schiaffo” al teatro napoletano, mettendo in scena l’opera quasi sulle porte di Napoli e far vedere che anche la censura di Roma ha permesso questo libretto. Fu così che l’opera riuscì ad andare in scena a Roma senza troppe variazioni il 17 febbraio del 1859, pur con qualche malcontento degli autori. Da allora l’opera è stata rappresentata con grande successo in tutto il mondo ed è tuttora uno dei titoli più amati del repertorio operistico. Nella versione del Teatro Costanzi di Roma l’azione è ambientata a Boston nel XVII secolo.
ORARI&INFO
14 ottobre 2016, ore 19:00 anteprima ragazzi
16, 18, 20, 25 e 27 ottobre 2016, ore 20:00
22 ottobre 2016, ore 18:00
23 e 30 ottobre 2016, ore 16:30
Teatro Costanzi
Piazza Beniamino Gigli – Roma
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