Il Governo e i sindacati hanno firmato un primo accordo sulle pensioni. Il Ministro del lavoro Giuliano Poletti ha dichiarato che il Governo intende destinare 6 milioni di euro in 3 anni per gli interventi della riforma. Ma come funzionerà? Cerchiamo di spiegare i punti della nuova riforma sulle pensioni
Uno dei punti più discussi della nuova riforma sulla pensioni e l’APE, ossia l’anticipo pensionistico. Verrà dato ai lavoratori con un’età pari o superiore a 63 anni e che maturano in 3 anni e 7 mesi il diritto alla pensioni di vecchiaia d’importo non inferiore a un certo limite. L’anticipo pensionistico deve essere richiesta presso l’Inps ed è finanziata da un prestito corrisposto presso un istituto di credito. Insieme al prestito si riceve un’assicurazione da utilizzare in caso di morte. Non ci sono tasse sull’anticipo pensionistico e verrà consegnata ogni mese per dodici mensilità. La restituzione del prestito che comprende gli interessi bancari e le spese per l’assicurazione, parte dalla data di pensionamento con rate per venti anni. In caso di morte i soldi verranno rimborsati dall’assicurazione e non si riverseranno sugli eredi. Governo e Sindacati in futuro vogliono progettare un anticipo pensionistico per delle categorie particolari, come disoccupati, precari e per chi svolge un lavoro usurante.
Verrà data ai pensionati con un reddito complessivo fino a 1000 euro
Nella riforma è previsto un aumento della detrazione d’importo per tutti i pensionati per uniformare la TAX AREA a quella dei lavoratori dipendenti.
Con la nuova riforma si potranno accumulare tutti i contributi previdenziali non coincidenti maturati con pensioni diverse. Compreso anche il riscatto di laurea. In questa maniera si potrà avere un’unica pensione.
Sulle pensioni “si è fatto un buon lavoro, ma non è ancora concluso“. Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, al termine del tavolo sulle pensioni, spiegando come, in particolare, sia risultata positiva la distinzione tra lavori, privilegiando nell’uscita chi ha svolto attività più faticose. “I sei miliardi stanziati non sono sufficienti – ha detto il segretario Uil Carmelo Barbagallo– e non dimentichiamo gli esodati e il resto della piattaforma. Si è fatto un buon lavoro ma non è finito e si guarda alla stanziamento con la lente rivolta alla fase successiva”. “Dopo tanti anni i pensionati vedono un po’ di giustizia“. Così il segretario generale della Cisl, Annamaria Forlan, al termine del tavolo al ministero del Lavoro. Questo, aggiunge, non significa che “ci accontentiamo: la nostra piattaforma è nella nostra testa e nei nostri cuori“. Quindi per Furlan il lavoro va avanti, restano ancora tante cose da fare, ma quello di oggi “è un buon risultato.
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