Giulia Blasi giornalista classe ’72 ha pubblicato sul suo blog una lettera aperta al sindaco di Roma, Virginia Raggi. Le sue parole fanno molto riflettere.
“Gentile Sindaca Raggi, Mi chiamo Giulia Blasi e sono una cittadina di Roma, cittadina d’importazione che però è già riuscita a votare per tre sindaci, dei quali solo uno ha vinto le elezioni. Era quello che il Movimento 5 Stelle ha contribuito a far dimettere con motivazioni ridicole, facendo leva anche su un sospetto atto di pirateria informatica commesso da ignoti e appoggiando un atto di aperto sabotaggio interno da parte del PD romano“: si apre così la lettera aperta della giornalista al sindaco di Roma, Virginia Raggi. Su due schieramenti diversi, ma costrette a combattere insieme per un unico obiettivo.
Proprio questo è lo scopo della lettera: migliorare Roma, a prescindere dallo schieramento, nonostante le idee politiche diverse: “Perché se dovessi individuare una cosa che a Roma manca, più di ogni altra, più del decoro e della trasparenza e di strade percorribili e di mezzi efficienti e sostenibili, è un senso del futuro. I romani non ci credono più, non si riconoscono nella città, la accettano e quando possibile ne sfruttano le falle e le deficienze per tirare a campare, la amano odiandola, la guardano con tristezza e rabbia per tutta la sua bellezza sprecata, il suo potenziale soffocato.”
La giornalista riporta la foto di un albero crollato sotto casa sua per spiegare tutti i problemi che ha la capitale e che il Movimento 5 stelle non ha ancora risolto: dalla pulizia, ai problemi legali (“I suoi sostenitori si esibiscono sempre nel grande numero del “Lasciatela lavorare”, cosa che io farei volentieri se lei, sindaca, stesse effettivamente lavorando, e non si fosse limitata finora a emanare comunicati via video su Facebook, come una YouTuber qualsiasi. Una sindaca convinta del suo operato si confronta con la stampa e accetta il dibattito pubblico: i commenti su Facebook non sono disintermediazione, sono al meglio una claque e al peggio un collettore di malumori senza costrutto”). E poi alla fine, dopo aver parlato della sua città come solo una vera figlia di Roma sa fare, ha cocluso con una preghiera: “La prego: basta con i video su Facebook e i piagnistei contro i giornalisti. Si chiuda in un silenzio prudente, lavori a testa bassa, cominci a darci un segno di sapere che cosa fa. Faccia tacere il vociare costante dei suoi colleghi di partito, non ci serve, non ci interessa. È troppo tardi per fare una prima impressione, ma non è troppo tardi per dimostrare di essere in grado di svolgere il compito per cui è stata eletta“.
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