“Un martire, vittima della crudeltà di una persecuzione” Queste le parole di Papa Francesco nella funzione in suffragio di Padre Jacques, il sacerdote assassinato a luglio in un attacco terroristico
“Esponi la foto di padre Jacques Hamel in chiesa: è già beato. E se qualcuno contesta dì che ti autorizza il Papa“. Con queste parole Francesco si è rivolto al vescovo di Rouen, Dominique Lebrun, con il quale ha concelebrato a Santa Marta in memoria del sacerdote sgozzato lo scorso luglio mentre celebrava la messa da terroristi dell’Isis. Sempre ai fedeli della diocesi di Rouen, il Pontefice ha confidato: “Quanto mi piacerebbe che tutte le confessioni religiose dicessero uccidere in nome di Dio è satanico!“. “Padre Jacques – ha detto Francesco – è stato sgozzato mentre celebrava il sacrificio della Croce. Un uomo buono di fratellanza che è stato assassinato come se fosse un criminale: questo è il filo satanico. Ha accettato il suo martirio con il martirio di Cristo. E nel momento difficile che viveva, quest’uomo buono non ha perso la lucidità di accusare e dire il nome dell’assassino, ha detto chiaramente: ‘vattene Satana‘!. Ha dato la vita per non rinnegare Gesù e da li’ ha accusato l’autore della persecuzione. Per il Papa è stato un esempio di coraggio.
Padre Jacques secondo Francesco fa parte della schiera dei martiri che sono morti per difendere Cristo e i valori della Chiesa: lui fa parte di questa catena di martiri che oggi soffrono in carcere o sono uccisi. Loro fanno vedere proprio la crudeltà di questa persecuzione che chiede l’apostasia. Diciamo la parola: è satanica. Francesco, per cui oggi ci sono più martiri che nei primi tempi della Chiesa, ha chiesto che questo esempio di coraggio, ma anche il martirio della propria vita, di svuotare se stesso per aiutare gli altri, di fare fratellanza per gli uomini, ci aiuti tutti noi ad andare avanti senza paura.
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