Ha fatto polemica la decisione di un liceo della Danimarca di dividere le classi in base all’etnia. I ragazzi sono stati disposti secondo le loro origini.
In Danimarca infuria la polemica in seguito alla decisione di una scuola superiore di limitare in numero, la presenza di minoranze etniche nelle classi, per impedire che gli studenti danesi se ne vadano. La scuola Langkaer, appena fuori da Aarhus – scrive il sito danese in lingua inglese The Local -, ha suddiviso gli allievi del primo anno in sette classi, tre delle quali hanno un limite del 50% di presenza di etnie minoritarie, mentre le altre quattro sono composte solo da studenti figli di migranti. Sono stati in molti a parlare di discriminazione raziale, ma la scuola ha rigettato ogni accusa.
Il preside, Yago Bundgaard, ha negato che la scelta sia dettata da tale volontà, affermando che lo scopo è, al contrario, di favorire l’integrazione, evitando che gli studenti di etnia danese lascino la scuola a causa del consistente numero di stranieri: “Perché una reale integrazione ci sia, in classe ci deve essere un numero sufficiente”, ha aggiunto. Molte le critiche che sono piovute sull’istituto, fra cui quella del commentatore politico ed ex parlamentare di origini turche Ozlem Cekic, che ha annunciato che sporgerà denuncia contro la scuola di Aarhus presso il Comitato danese per le Pari Opportunità. “Quando un preside isola i bambini scuri da quelli bianchi in una scuola superiore, il messaggio che sta dando è che i bianchi devono tutelarsi da quelli scuri”, ha dichiarato Cekic su Facebook, citato da The Local.
Il ministro della Pubblica Istruzione Ellen Trane Nørby, invece, ha dichiarato di aver chiesto chiarimenti al liceo per assicurare che la legge sia stata rispettata e per esaminare la possibilità di adottare un progetto di legge per garantire la diversità etnica nelle scuole superiori: “Il problema fondamentale è che in Danimarca abbiamo degli istituti con una percentuale troppo alta di studenti di origini straniere”, ha scritto il ministro su Facebook.
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