Barak Obama è stato minacciato dal Presidente delle Filippine Rodrigo Duterte per la questione degli omicidi extragiudiziari utilizzati come metodo di lotta alla criminalità
Rodrigo Duterte è il Presidente delle Filippine più volte critiche da diverse associazioni umanitarie per non rispettare i diritti umani, ha minacciato Barak Obama, a pochi giorni dall’imminente vertice dei Paesi dell’Asia orientale in Laos, dove è in programma un incontro tra i due leader. “Figlio di pu****a, te la farò pagare.” Queste le parole di Duterte alla domanda di un reporter su come avrebbe spiegato a Obama l’alto numero di omicidi extragiudiziali avvenuti nel Paese dopo la sua elezione.
Secondo un documento del governo di Manila, in due mesi di lotta alla droga lanciata da Duterte, la polizia filippina ha ucciso oltre 2.000 sospetti spacciatori o trafficanti di droga. Duterte ha sottolineato, inoltre, di essere il leader di un Paese sovrano e di dover rispondere solo al popolo filippino.
Ben Rhodes il vice consigliere della sicurezza nazionale della Casa Bianca aveva detto il 30 agosto: “Ci aspettiamo che il presidente esprimerà la propria preoccupazione riguardo alcune delle recenti dichiarazioni del presidente delle Filippine” Immediata la risposta di Obama, alla luce degli insulti ricevuti da Duterte, ha detto di aver chiesto al suo staff di valutare se il previsto incontro con il capo di Stato filippino possa essere ancora “produttivo“.
CHI È DUTERTE?
Noto in patria con il soprannome di The Punisher (il Castigatore), attribuitogli dalla rivista statunitense Time Magazine per via delle sue forti politiche di rafforzamento della legge nella città di Davao, durante il mandato di sindaco di Davao Duterte ha posto particolare attenzione all’ordine pubblico della città: precedentemente nota per l’elevato tasso di criminalità, il Comune ha infatti vissuto sotto il mandato di Duterte un sensibile calo dei reati, divenendo una delle metropoli considerate più sicure al mondo. Contemporaneamente, però, Duterte è stato criticato dalla Commissione dei Diritti Umani delle Filippine e da Amnesty International per aver tollerato numerosi assassinii extragiudiziarii perpetrati presumibilmente dagli squadroni della morte di Davao a danno di sospetti criminali. Dopo diversi anni di accuse, lo stesso Duterte ha ammesso l’effettiva presenza di tali squadroni nella città nonché la propria partecipazione ad alcune loro attività
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