Alla Casa della Memoria di Roma una mostra foto-documentaria rivela una realtà molto toccante, la condizione delle donne in manicomio nel regime fascista.
Figlie, madri, mogli, spose, amanti: donne vissute durante il Ventennio. Ai volti delle ricoverate sono affiancati diari, lettere, relazioni mediche che raccontano la femminilità a partire dalla descrizione di corpi inceppati e restituiscono l’insieme di pregiudizi che hanno alimentato storicamente la devianza femminile. L’idea di realizzare I fiori del male. Donne in manicomio nel regime fascista, una mostra sulle donne ricoverate in manicomio durante il periodo fascista, è nata dalla volontà di restituire voce e umanità alle tante recluse che furono estromesse e marginalizzate dalla società dell’epoca. Durante il regime fascista si ampliarono i contorni che circoscrivevano i concetti di emarginazione e di devianza e i manicomi finirono con l’accentuare la loro dimensione di controllo e di repressione; tra le maglie delle istituzioni totali rimasero imbrigliate anche quelle donne che non seppero esprimere personalità adeguate agli stereotipi culturali del regime o non assolsero completamente ai nuovi doveri imposti dalla “Rivoluzione Fascista”.
Ci è sembrato importante – spiegano i curatori della mostra Annacarla Valeriano e Costantino Di Sante – raccontare le storie di queste donne a partire dai loro volti, dalle loro espressioni, dai loro sguardi, in cui sembrano quasi annullarsi le smemoratezze e le rimozioni che le hanno relegate in una dimensione di silenzio e oblio. Alle immagini sono state affiancate le parole: quelle dei medici, che ne rappresentarono anomalie ed esuberanze, ma anche le parole lasciate dalle stesse protagoniste dell’esperienza di internamento nelle lettere che scrissero a casa e che, censurate, sono rimaste nelle cartelle cliniche. Il manicomio, in questo senso, è stato un osservatorio privilegiato dal quale partire per analizzare i modelli culturali di matrice positivista che hanno storicamente contribuito a costruire la devianza femminile e che durante il Ventennio furono ideologicamente piegati alle esigenze del regime. Il lavoro di ricerca e di valorizzazione condotto su questi materiali ha permesso così di recuperare una parte fondamentale della nostra memoria e di restituirla alla collettività.
La mostra è realizzata , è stata realizzata dalla Fondazione Università degli Studi di Teramo in collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale della ASL di Teramo e l’Archivio di Stato di Teramo con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della Regione Abruzzo e promossa da Roma Capitale Assessorato alla Crescita culturale Dipartimento Attività Culturali e Turismo e dall’Irsifar. Le fotografie e i documenti al centro del percorso espositivo provengono in larga parte dall’Archivio Storico del Manicomio Sant’Antonio Abate di Teramo.
ORARI&INFO
14 settembre – 18 novembre 2016
CASA DELLA MEMORIA E DELLA STORIA
Via San Francesco di Sales, 5 – Roma
Lun-Ve ore 9:30-20:00
Tel. 060608 – 06.6876543
Photo Credits: Twitter
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