Grazie all’alacre lavoro dei Vigili del Fuoco, nelle zone più colpite dal terremoto è stato possibile mettere in salvo diverse opere d’arte e di culto, tra cui una copia della Sacra Sindone.
Il terremoto dello scorso 24 agosto ha procurato danni a cose e persone e nel crollo degli edifici sono andate danneggiate diversi capolavori artistici. Grazie all’intervento dei Vigili del Fuoco è stato possibile recuperare diverse opere d’arte e di culto ad Amatrice, presso il Museo Civico, e l’estratto dall’originale della Sacra Sindone conservato presso la Chiesa di San Francesco di Borgo a Arquata del Tronto.
Grazie ai professionisti della tutela – ha affermato il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini – le preziose opere del Museo di Amatrice e la Sindone di Arquata sono ora in salvo. Un risultato reso possibile dalla passione, la professionalità e lo spirito di sacrificio degli storici dell’arte, dei restauratori, degli architetti, dei bibliotecari e degli archivisti del Mibact che in questi giorni stanno incessantemente collaborando con i carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale, i Vigili del Fuoco e la Protezione Civile per recuperare quanto più possibile i beni artistici e storici di quei territori.
Tra le opere recuperate dal Museo Civico di Amatrice la Madonna con Bambino e San Giovannino di Cola dell’Amatrice e tre capolavori dell’arte orafa del Quattrocento: il Reliquiario della Filetta, la Croce Processionale di Pinaco e la Croce Processionale di Preta di Pietro Paolo Vannin, oltre alla grande pala d’altare centinata raffigurante la Crocefissione con i Santi Francesco e Caterina del pittore cinquecentesco Giacomo Santoro da Giuliana, detto Jacopo Siculo. Durante il recupero dell’estratto dall’originale dellaSacra Sindone dalla Chiesa di San Francesco di Borgo ad Arquata del Tronto, sono stati tratti in salvo anche un tabernacolo ligneo policromo e due teche in legno.
La copia della Sindone (extractum ab originali, come si legge da scritta impressa sul tessuto), è un unico panno di lino con trama e ordito perpendicolari di 440 cm di larghezza e 114 di altezza, la cui provenienza, la fattura e la datazione è ignota. La reliquia è stata rinvenuta nella chiesa di San Francesco durante lavori di restauro nel XVII secolo: il telo era piegato e chiuso in un’urna dorata, nella nicchia di un altare. Una pergamena, datata 1 maggio 1655, redatta ad Alba, è il certificato di autenticazione. Secondo alcune fonti, la Sindone di Arquata sarebbe una fedele copia di quella di Torino, realizzata nell’eventualità che l’originale, in possesso dei Savoia e non della Chiesa, venisse distrutto o danneggiato.
Le operazioni di recupero sono state effettuate in piena zona rossa dalle squadre rilevamento danni del Mibact, coaudiuvate dal personale dei vigili del fuoco, con l’accordo della Protezione Civile e l’assistenza del Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale, e hanno visto anche la partecipazione di restauratori dell’Istituto Superiore di Conservazione e Restauro.