Due terremoti, quello dell’Umbria nel 1997 e quello dell’Aquila nel 2009, hanno fatto piovere sul territorio della provincia di Rieti 84 milioni di euro di fondi per la ricostruzione. Negli anni se ne sono aggiunti altri, di milioni. Della Regione, dello Stato, della Chiesa. Questi soldi avrebbero potuto evitare la tragedia
Oggi 30 agosto in Italia è lutto nazionale per le vittime del terremoto, i funerali si terranno alle 18 ad Amatrice. Intanto il procuratore capo Giuseppe Saieva disporrà l’acquisizione di documenti sui lavori per costruire, ristrutturare o restaurare manufatti che mercoledì scorso sono andati giù. In particolare la scuola ‘Capranica’ di Amatrice, ristrutturata nel 2012, e il campanile della chiesa di Accumoli, che cadendo ha ucciso una famiglia Tuccio composta da marito, moglie e due figli piccoli che era nella propria casa. Gli edifici saranno posti sotto sequestro e verranno svolti dei sopralluoghi dei tecnici. I pm valutano in questi giorni anche l’apertura di un fascicolo di indagine sull’uso di fondi pubblici destinati alla messa in sicurezza e a norma di edifici poi crollati. Si indaga sui materiali utilizzati e sulle procedure dei collaudi effettuati sull’edificio. Parallela procede l’inchiesta dei pm di Ascoli Piceno su crolli e danni a edifici di Pescara del Tronto e Arquata, in particolare sulla scuola di quest’ultima cittadina. I magistrati marchigiani indagano anche sulle conseguenze del terremoto ad Amandola, in provincia di Fermo, dove sono rimasti danneggiati l’ospedale – evacuato la notte del sisma – e altri edifici pubblici e privati. L’obiettivo è individuare eventuali anomalie nelle costruzioni e ristrutturazioni.
Una grossa fetta dei fondi per gli edifici religiosi è stata gestita direttamente dalla Curia di Rieti, attraverso un ufficio tecnico creato ad hoc presso la diocesi, che ha predisposto le gare di affidamento. Il geometra che ha seguito tutte le pratiche si chiama Mario Buzzi, e adesso è in pensione. “Per il campanile non c’è stato mai alcun finanziamento specifico né alcun lavoro di ristrutturazione“, spiega al quotidiano la Repubblica . Aggiungendo: “Non è vero che sono stati dirottati soldi per il miglioramento sismico dal campanile alla chiesa.
Dall’Europa “flessibilità a breve termine” Sì alla flessibilità per le misure di ricostruzione ma a breve termine, per cui le attuali regole Ue già prevedono la loro esclusione da calcolo del deficit come già è stato fatto per i terremoti di Abruzzo e Emilia-Romagna. Così una Portavoce della Commissione Ue a chi le chiedeva se Bruxeles è disponibile a dare l’ok alla flessibilità per un piano di lungo termine per rendere l’Italia antisismica.
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