Sono 72 le fosse comuni che i reporter dell’agenzia Associated Press hanno potuto documentare tra Siria e Iraq, nei territori che per molti mesi sono stati sotto il controllo dello Stato Islamico</strong>
L’orrore è stato raccontato da un sopravvissuto del Sinjar (patria degli yazidi). I miliziani dello Stato islamico prima rastrellano uomini dai villagi vicini, li portano in una zona che serve per le esecuzioni e per la sepoltura, dove gli sparano. Poi, usando un bulldozer li seppelliscono. In quella specifica fossa del Sinjar, esecuzioni e seppellimenti sono andati avanti per sei giorni. Delle 72 sepolture, continua l’Associated Press, la più piccola contiene tre corpi. La più grande probabilmente migliaia, ma nessuno lo sa per certo. L’agenzia prevede che altre fosse comuni e quindi altri massacri di massa verranno alla luce sulla scia della ritirata del gruppo terroristico, sottoposto all’offensiva della coalizione internazionale.
IL RACCONTO DEL TESTIMONE
In Siria i reporter dell’Ap hanno individuato l’ubicazione di 17 fosse comuni, le altre 55 sono in Iraq. Una di esse contiene centinaia di corpi appartenenti a una singola tribù. Un sopravvissuto del Sinjar, patria degli yazidi, ha raccontato come avvengono gli eccidi. I miliziani del Califfato prima rastrellano gli uomini dai villaggi, li portano nella zona delle esecuzioni e gli sparano. Poi, con un bulldozer, li seppelliscono. Nella zone d’origine del sopravvissuto, esecuzioni e seppellimenti sono andati avanti per sei giorni. Un lavoro lungo e accurato, fatto di interviste esclusive, fotografie e ricerche sul campo incrociando i dati. Solo in Siria sono state localizzate 17 fosse, una delle quali conterrebbe centinaia di corpi di membri di una singola tribù. Il totale dei morti secondo le stime dell’agenzia AP – ammonterebbe a una cifra compresa tra 5.200 e 15.000: numeri agghiaccianti, che potrebbero ancora lievitare con il progressivo venire alla luce di nuovi siti.
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