Saranno diffuse, per ordine di un giudice, a poche settimane dalle elezioni nuove mail di Hillary Clinton, candidata alla presidenza degli Stati Uniti.
Lo scandalo e-mail continua a perseguitare Hillary Clinton, ponendo un’ipoteca sulla sua corsa alla Casa Bianca. Donald Trump potrebbe essere rilanciato in avanti nei sondaggi, grazie alla pubblicazione di nuovi documenti che vedrebbero la chiacchieratissima Hillary coinvolta direttamente in uno scandalo legato al dipartimento di stato e alla Clinton Foundation. Non a caso il Republican National Committee, l’organo che gestisce il partito repubblicano, ha insinuato che «Hillary Clinton sembra incapace di dire la verità».
Il 22 agosto, il gruppo conservatore “Judicial Watch” ha pubblicato 725 pagine di email inedite provenienti dalla casella di posta di una stretta collaboratrice di Clinton, Huma Abedin, dimostrando l’esistenza di un canale privilegiato tra il dipartimento di Stato e alcuni dirigenti della Clinton Foundation, fondazione di beneficenza di Bill e Hillary Clinton. I documenti pubblicati da “Judicial Watch” sono stati ottenuti grazie al Freedom of Information Act, una legge sulla trasparenza degli atti pubblici. Un portavoce del dipartimento di Stato ha detto che alcune delle 15 mila email che dovranno essere pubblicate nelle prossime settimane potrebbero essere già state rese pubbliche da “Judicial Watch”.
Uno dei collaboratori della Clinton ha spiegato di avere consegnato nel 2014 al dipartimento di Stato tutte le email di lavoro di quando lei era a capo della diplomazia americana. «Non siamo sicuri di quale materiale addizionale il dipartimento di Giustizia possa avere individuato», ha detto Brian Fallon, portavoce della sua campagna. «Ma se il dipartimento di Stato determina che è di lavoro, allora ovviamente sosteniamo che i documenti siano resi pubblici». Il punto è che «Se era assente una separazione netta tra il lavoro di Clinton al dipartimento di Stato e coloro che avevano versato contributi fatti alla sua fondazione». Chiaro è che, come scrive Chris Cillizza, celebre giornalista del Washington Post, «Queste ultime notizie rendono davvero difficile per la campagna di Clinton sostenere che la sua fondazione e il dipartimento di Stato fossero due entità totalmente separate».
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