Cronaca

Ecco come nascono i campioni olimpionici cinesi: nelle fabbriche delle torture

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Redazione Velvet News

Anche per le Olimpiadi di Rio 2016 la Cina è stato il paese che ha portato a casa più medaglie d’oro. Ma come nascono i campioni cinesi? In delle vere e proprie fabbriche di atleti con metodi d’allenamento disumani

Bambini appesi per le braccia, piegamenti fino al limite della sopportazione, punizioni corporali e allenatori feroci. Così la Cina allena i suoi futuri atleti, che hanno un solo scopo nella loro vita: vincere una medaglia d’oro. Si inizia da bambini piccoli, anche sotto i 5 anni, pronti per essere forgiati nella fabbrica dei campioni a Nanning capitale della regione autonoma del Guangxi nel sud della Cina. Qui i bambini vivono 24 ore su 24 lontano dalle loro famiglie e nelle mani degli allenatori. Ginnasti e nuotatori questi sono gli sport dove i piccoli atleti devono eccellere per dimostrare al mondo che la Cina ha più Campioni rispetto all’Occidente e sopratutto agli Stati Uniti.

Preparare gli atleti diventa una questione politica e culturale e i duri allenamenti a cui i bambini vengono sottoposti non sono condannati dalla popolazione cinese, anzi avere un figlio nella palestra di Nanning è un onore e anche la famiglia sprona gli atleti a sopportare il dolore e la fatica. Infatti l’allenamento non finisce nelle mura della palestra, ma continua anche a casa dove gli stessi genitori diventano allenatori. Nessun atleta occidentale sarebbe in grado di superare il dolore di questi allenamenti. I bambini vengono plasmati a misura del volere degli insegnanti, piegati fino a quando non diventano elastici e in grado di fare le sequenze atletiche senza sbavature di alcun genere.

Già nel 2012, prima delle olimpiadi di Londra, alcune foto avevano scioccato il mondo. Con i piccoli atleti che venivano messi alla prova con esercizi punitivi e dolorosissimi per migliorare l’elasticità delle articolazioni e irrobustire il loro fisico e la loro volontà. Ma le cose in Cina stanno cambiando: i genitori sono sempre meno disposti a lasciare i propri figli all’interno di queste scuole, dove gli allenamenti sono estenuanti e ai limiti della tortura. E si concentrano più sulla formazione scolastica che su quella fisica.

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