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Cultura e Spettacolo

Carla Fracci attraverso gli occhi del Maestro Beppe Menegatti

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Compie 80 anni Carla Fracci, la regina della danza, icona di eleganza e di arte. Interprete sublime dei ruoli romantici del repertorio classico, incarna l’ideale della perfezione in quest’arte così sublime. Ha dedicato l’intera vita alla danza e in questa intervista, rilasciata in esclusiva, la conosciamo attraverso gli occhi di suo marito, il Maestro Beppe Menegatti.

Di cosa ha più bisogno la Danza oggi?

Esiste in molti artisti la necessità assoluta di rimettersi in discussione sul piano prettamente scenico, anche se nel contempo rappresentano molte altre cose e questa necessità nasce dall’esigenza di diventare privilegiati, non dagli altri, ma dalla loro intensità, dalla loro preparazione. Io ne ho conosciuto tanti, in tutti i campi dell’Arte, ad esempio Léonide Massine, Pablo Picasso, Balanchine, Anne Bancroft, grandi nomi che   si sono sempre rimessi in discussione sperando in se stessi di avere accesso a quel mondo estremamente alto che è quello dei maestri, di cui, in questo momento storico, la danza ha la massima necessità. Al momento ci sono persone molto grandi all’apparenza che in definitiva non hanno fatto questo passo attraverso il quale si può giungere a insegnare ciò di cui la danza in questo momento ha più bisogno: lo stile.

Il ruolo della poesia oggi in questo mondo spogliato di ogni contenuto ormai?

Il ruolo della poesia è quello che resiste, il ruolo della poesia è assoluto, è il ruolo più importante e il ruolo della scrittura della poesia è la situazione più necessaria per la storia dell’umano. La poesia non è solo risultato di trame editoriali.

Quindi la poesia può ancora cambiare il mondo?

Sì, assolutamente.

Carla Fracci in tutti questi anni, la Sua Carla, vista appunto dagli occhi di Beppe Menegatti…

Carla è un personaggio emblematico, una forma bellissima. Immagina ogni volta che ti danno un indirizzo email ti dicono il nome tal dei tali e poi dicono chiocciola.it, chiocciola.com e tu fra le lettere visualizzi quest’immagine… ecco… Carla è una chiocciola, un animale straordinario, un essere di grande virtù che talvolta si ritira in una sorta di guscio, per poi riuscirne fuori. La grande virtù di Carla è che con dimentica mai. Non dimentica i maestri, sia nella vita che nella professione di danzatrice, non dimentica sua nonna Argelide, meravigliosa contadina della zona di Cremona, non dimentica mai la signora Giussani, la sua prima maestra di danza, non dimentica Agnes de Mille, non dimentica Léonide Massine quando l’ha portata al Covent Garden, non dimentica Anton Dolin, nomi grandissimi nel mondo dello spettacolo, ma, allo stesso tempo non dimentica le persone più semplici. Carla non dimentica mai nessuno, non dimentica la sarta che incontra nel camerino o la bambina che ieri sera, all’uscita dal teatro, le ha porto un biglietto con su scritto “Carla ti voglio bene” , non dimentica il portiere  Grassi de La Scala che la saluta con un gesto particolare, lei non dimentica nulla, è capace della tesorizzazione di qualsiasi gesto.

Progetti futuri?

Ce ne sono, ma per ora non vorrei parlarne. Carla ad ogni spettacolo all’uscita dal teatro e sin dalla porta del palcoscenico, trova centinaia di persone ad attenderla. Questo è un segnale forte di quanto lei abbia ancora da dare.  Potrebbe assumere una posizione di carattere importante come maestra e persona e tutt’oggi, come sempre, Lei  dimostra che può rimanere ancora in scena e assumersi le sue responsabilità, nonostante la sua venerabile e meravigliosa età. Dovrebbe però avere il conforto che nasca un vero grande istituto della danza a livello nazionale, in cui si possa far capire come si sta alla sbarra e tante altre cose fondamentali e via sia il recupero dello stile, che, dal punto di vista visivo, dal di fuori diventa linguaggio, diventa maniera di dire che può cambiare le cose.

Un messaggio conclusivo che abbracci la danza e tutto ciò che vi è correlato…

Vola alto, danza, vola alto parola, vola alto musica!

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Photo Credits: Twitter/YouTube

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