Più di 2 milioni di persone rischiano di finire sotto assedio totale ad Aleppo. È l’allarme dell’Onu, che ha lanciato un appello per una pausa umanitaria di 48 ore dei combattimenti per consentire l’accesso immediato agli aiuti
Morte e distruzione, questa è la vita di Aleppo. La città è sotto il fuoco incrociato dell’esercito di Assad e dei ribelli, dalla fine di luglio sono morti almeno 130 civili e durante i bombardamenti sono state colpite le reti idriche ed elettriche. In questo momento si fanno sempre più pesanti i bombardamenti da parte dell’esercito di Assad sulle zone controllate dai ribelli. Ma spesso sono state colpite anche abitazioni civili e ospedali. L’area dei combattimenti è quella orientale della città, dove secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani sono concentrati più di 275.000 mila civili.
Un nuovo attacco contro un ospedale in Siria e ancora vittime tra i medici e i pazienti. Un ospedale sostenuto da Medici Senza Frontiere (Msf), che serviva una popolazione di 70.000 persone nella città siriana di Millis, nella provincia di Idlib, è stato distrutto da un bombardamento aereo sabato 6 agosto. Quattro membri dello staff dell’ospedale e altre nove persone – tra cui cinque bambini e due donne sono stati uccisi nei due attacchi aerei che hanno centrato direttamente l’ospedale e nei due attacchi che hanno colpito le vicinanze dell’edificio intorno alle 14 ora locale. Altri sei membri dello staff sono rimasti feriti.
La Bbc e altri media britannici hanno pubblicato quelle che sembrano essere le prime, vere immagini dei combattimenti di terra contro l’Isis portati avanti in Siria dalle forze speciali del Regno Unito. Secondo la stampa, si tratta di eventi accaduti lo scorso giugno al confine fra la Siria e l’Iraq e le immagini ritraggono alcuni militari seduti su dei mezzi Thalab, veicoli d’assalto per incursori costruiti in Giordania. Le foto ritraggono anche artiglieria pesante e vengono descritte “eccezionali” proprio perchè si tratterebbe della prima prova, anche se ancora da confermare, di un impiego a terra degli uomini. Impiego che tuttavia, ha sottolineato la televisione pubblica britannica, sarebbe “in ruolo difensivo”. Il ministero della Difesa, interpellato dalla stampa britannica, si è rifiutato di commentare la diffusione delle fotografie. L’Onu chiede una tregua umanitaria di 48 ore perché siano riparati gli impianti e ricostituite le scorte di cibo e medicinali per la popolazione.
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