La Convention democratica si è aperta a Filadelfia all’insegna delle proteste dei sostenitori di Bernie Sanders, per il sabotaggio della sua campagna a favore di Hillary Clinton, per calmare le acque è intervenuta Michelle Obama
Unità. Questa è la parola più usata da tutti gli speaker della Convention dei democratici a Filadelfia. Trump è pronto a prendersi i sostenitori di Sanders, delusi dopo la scoperta del sabotaggio del loro candidato per la candidatura di Hillary Clinton. Per il magnate americano sarebbe un bel colpo e per scongiurare questa mossa sul palco dei democratici è salita anche Michelle Obama.
“Sono qui questa notte perché in questa elezione c’è una sola persona di cui mi fido: la nostra amica Hillary Clinton“. Così Michelle Obama sul palco della Convention dove è stata accolta con una standing ovation e applausi scroscianti. In piedi per lei anche Bill Clinton. “Questa elezione non riguarda solo una scelta tra democratici e repubblicani, questa elezione riguarda chi avrà il potere di incidere sulla vite dei nostri figli nei prossimi quattro o otto anni.Hillary sa che la presidenza significa lasciare di meglio ai nostri figli. Sono qui questa sera perché so che tipo di presidente sarebbe Hillary ed è per questo che in questa elezione sono con lei“. Michelle ha dunque parlato di quando la Clinton perse le primarie contro il marito Barack Obama nel 2008. “Ci sono stati tanti momenti in cui Hillary avrebbe potuto ritenere questo lavoro troppo duro ma lei, ed è ciò che ammiro di più, non sceglie mai la strada più facile. Hillary Clinton nella sua vita non si è mai arresa. È quello che voglio. Voglio qualcuno che ha dimostrato la forza della perseveranza. Voglio un leader che valga la promessa fatta alle mie figlie e a tutti i giovani“.
I sostenitori di Sanders, alcuni con le lacrime agli occhi, gli hanno riservato una standing ovation che si è protratta per alcuni minuti. “Un osservatore oggettivo concluderebbe, sulla base delle idee e della sua leadership, che Hillary Clinton deve diventare il prossimo presidente degli Stati Uniti“, ha insistito il senatore del Vermont a squarciagola, sgombrando il campo da ogni possibile dubbio rispetto alla sua posizione in questa elezione. Sul palco si sono succeduti esponenti politici ma anche tanti artisti. John Podesta, responsabile della campagna dell’ex Segretario di Stato, ha sottolineato come la vittoria di Hillary sia anche la vittoria di tutti coloro che hanno sostenuto Bernie Sanders, mentre sui mega schermi l’intermezzo era Trump “a parole sue”. Anastasia Somoza, disabile, che ha conosciuto Hillary quando aveva 9 anni, si è dichiarata certa che la Clinton, da presidente farà il possibile per sostenere i diritti di tutti gli americani: “lei mi vede Donald Trump non mi vede, non mi sente e sicuramente non parla per me“.
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