Katia Dell’Omarino è stata picchiata selvaggiamente prima del colpo fatale dietro l’orecchio. Ora è caccia al killer. Ricostruiamo lo scenario del delitto
La sera di martedì 12 luglio a Sansepolcro in provincia di Arezzo, Katia Dell’Omarino 41 anni, cena insieme alla madre. Le due donne dopo la morte del padre vivono insieme. Katia dopo cena, come è solita fare esce per andare a fare un giro in paese. Non farà più ritorno a casa, la mattina seguente i carabinieri ritrovano il suo corpo senza vita nel greto del torrente Afra non molto distante da casa sua.
Le prime indagini ricostruiscono la dinamica dell’omicidio. Katia è stata prima picchiata, poi colpita con un martello o una piccola piccozza. Il corpo della donna è poi rotolato lungo una scarpata e si è fermato sul greto del torrente. A pochi metri da quello che gli abitanti di Arezzo chiamano Ponte del Diavolo.
La polizia è sulle tracce del killer che dai primi accertamenti potrebbe essere una persona amica della donna e di cui si fidava. Insieme a lui Katia si sarebbe allontanata in macchina, vicino al luogo dell’omicidio. L’assassinio della donna è l’ennesimo femminicidio, una strage senza fine che miete vittime di tutte le età, nonostante le diverse campagne di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne. L’ultima è partita da twitter propria questa mattina, con l’hashtag #èoradichiederescusa sono stati raccolti tweet di denuncia contro gli abusi sulle donne (LEGGI ANCHE: #ÈORADICHIEDERESCUSA ARTISTI ITALIANI UNITI CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE). Per l’omicidio di Katia Dell’Omarino fondamentale sarà il dna ritrovato sul corpo della donna, le analisi inchioderanno l’assassino.
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