Strage Tribunale di Milano del 9 aprile 2015: Claudio Giardiello, l’imprenditore che uccise 3 persone a colpi di pistola, è stato condannato all’ergastolo dal gup di Brescia.
Claudio Giardiello, il 9 aprile 2015, era al Tribunale di Milano per un processo che lo vedeva accusato di bancarotta. In aula ha estratto la pistola e ha iniziato a sparare uccidendo 3 persone: l’avvocato Lorenzo Claris Appiani, il magistrato Fernando Ciampi e Giorgio Erba (coimputato nel suo stesso processo). Durante la sparatoria Giardiello aveva anche ferito gravemente anche due persone. Nel corso del processo l’imprenditore aveva più volte cambiato versione riguardo ai fatti, ma poi ha rivelato un dettaglio particolare che ha inciso in maniera decisiva nell’esito del processo.
Tutto ruota attorna l’ingresso della pistola in Tribunale, un dettaglio importante per stabilire anche l’eventuale responsabilità di uno dei vigilantes che secondo l’accusa non avrebbe effettuato i dovuti controlli all’ingresso di Giardiello, permettendo così l’ingresso della pistola Beretta utilizzata per la sparatoria del 9 aprile 2015. Il vigilantes, infatti, era stato accusato di concorso in omicidio perché al varco del Tribunale non si sarebbe accorto della pistola. A scagionare il vigilantes lo stesso Giardiello che ha dichiarato di aver nascosto la piscola in Tribunale ben 3 mesi prima dell’accaduto.
Il piano di Giardiello era ben organizzato, tanto da preparare anche una scusa plausibile nell’eventualità i vigilantes lo avessero sorpreso con la pistola. In tal caso Giardiello avrebbe dichiarato di volersi suicidare, proprio a causa del processo in cui era coinvolto. Il tutto 3 mesi prima della sparatoria al Tribunale di Milano. A peggiorare la posizione dell’imprenditore proprio questo dettaglio che secondo il gup di Brescia conferebbe la premeditazione di Claudio Giardiello, accusato di omicidio plurimo premeditato e lesioni gravi. Premeditazione che per un atto così grave ha fatto sì che il pm Isabella Samek Lodovici richiedesse il carcere a vita per Claudio Giardiello, pena poi accolta dal gup di Brescia.
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