Nel corso della notte l’Isis ha organizzato e realizzato un attentato kamikaze ad un mausoleo sciita in Iraq. Le vittime sarebbero più di 30.
Dopo Dacca, Istanbul, Parigi e Bruxelles, Daesh è tornato a colpire e lo fa con durezza a nord della capitale irachena. Durante la notte del 7 luglio , tre attentatori suicidi hanno fatto strage vicino alla città di Balad, al mausoleo sciita Sayid Mohammed bin Ali al-Hadi, uno dei più importanti in Iraq. Almeno 35 persone sono rimaste uccise, 60 feriti, ma il bilancio è destinato a salire, così come accadde durante gli attentati europei. I due attentatori si sarebbero fatti esplodere in un mercato vicino al mausoleo dell’imam Sayid Mohammed bin Ali al-Hadi, mentre un terzo kamikaze è stato ucciso e la sua bomba disinnescata. Il leader sciita Moqtada al-Sadr ha mobilitato la sua milizia, le Brigate della Pace, schierandola intorno al mausoleo.
L’attacco è avvenuto durante la festività di Eid che segna la fine del mese del Ramadan ed è stato subito rivendicato da Daesh. La motivazione sembrerebbe derivare dal fatto che lo Stato Islamico considera gli sciiti come parte di un culto eretico. L’attacco, avvenuto a Balad, nella provincia di Saladin, segue quello della scorsa settimana a Baghdad, considerato il più grave attentato in Iraq dal 2003, con un bilancio ufficiale di 292 persone morte, almeno 200 feriti, alcuni in modo grave.
Un camion, pieno di fertilizzante, esplosivo militare e gasolio, era stato fatto esplodere nei pressi del centro commerciale Hadi Center nel quartiere centrale di Karrada. Subito dopo l’esplosione si è scatenato un inferno di fuoco che ha portato alla morte anche numerosi bambini. Solo quest’anno, oltre quattrocento civili hanno perso la vita negli attentati dell’Isis, la maggior parte compiuti proprio a Bagdad. Il 17 maggio tre autobombe in quartieri sciiti della capitale hanno fatto oltre 93 vittime. La popolazione è allo stremo delle forze. A Karada abitanti inferociti hanno accolto a sassate il convoglio del primo ministro Haider al-Abadi che si dirigeva sul luogo dell’attentato per la visita di rito. Hacker si sono inseriti nel sito del ministero dell’Interno iracheno “nascondendolo” con l’immagine di un bambino ucciso nell’ ennesima, drammatica, strage.
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