La Direzione distrettuale antimafia di Palermo ha sgominato una banda di trafficanti di migranti formata da 38 persone. Il racconto di uno dei pentiti è terrificante
“Chi non aveva i soldi per affrontare il viaggio in barca per l’Italia veniva ucciso, gli venivano prelevati gli organi che poi venivano venduti ad alcuni mercanti d’organi egiziani.” Questa è la testimonianza agghiacciante di uno dei collaboratori di giustizia dell’operazione Glauco 3. Questa mattina, 4 luglio, la Polizia di Stato ha arrestato 38 persone e grazie alla testimonianza di un pentito è venuto alla luce il presunto traffico di organi. Una storia terribile che aggiunge orrore alle tragiche storie dei migranti che ogni giorni sbarcano sulle nostre coste.
Secondo il testimone, Nuredin Wehabrebi Atta chi non riusciva a pagare i soldi del viaggio, veniva ucciso e i suoi organi venduti a dei trafficanti egiziani. “I morti di cui si viene a conoscenza sono una minima parte, tant’è che solo in Eritrea otto famiglie su dieci hanno avuto vittime. E chi dopo essersi impegnato non aveva i soldi per pagare il viaggio, veniva venduto anche per 15.000 euro a gruppi, soprattutto di egiziani, che si occupavano di espiantare e vendere organi“. Queste le parole di Nuredin. Un quadro terribile che svela un’altra tragedia; coinvolto in questi crimini anche un italiano, Marco Pannelli di Macerata, di 46 anni. A fare il suo nome il pentito dell’organizzazione. “Ci sarebbero anche degli italiani coinvolti nell’organizzazione uno si chiama Valentino ed è stato arrestato in Germania, l’altro si chiama Marco e si trova a Perugia. Sia Valentino che Marco lavorano con un furgone con il quale trasportano circa 14 persone a settimana per conto dell’organizzazione“.
Pannelli è stato arrestato nel blitz di questa mattina che ha portato alla luce anche un traffico di soldi tra Roma e Palermo. Circa 300.000 euro a settimana arrivavano a un eritreo gestore della profumeria nei pressi della stazione Termini a Roma che consegnava ogni sabato ad un altro emissario eritreo che a sua volta girava il denaro in Libia. Nel negozio romano e in un bar di vicolo Santa Rosalia a Palermo nell’estate 2015 i migranti appena arrivati avrebbero ricevuto telefonate dai loro familiari e ulteriori trasferimenti di somme per continuare il viaggio fino alla loro destinazione finale, le mete preferite in Olanda e Svezia. I passaggi di denaro sono stati documentati da microspie e telecamere piazzate dalla polizia nei due locali che erano in Italia i punti di riferimento dell’organizzazione. Traffico di uomini, di organi ma anche di droga. Sui barconi, insieme alle migliaia di persone spedite dalla Libia, i trafficanti facevano arrivare anche droga, una sostanza stupefacente chiamata chitarra, proveniente Dell’Etiopia.
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