È morto a 77 anni Michael Cimino, regista americano de Il Cacciatore . Lo ha annunciato il direttore del Festival di Cannes, Thierry Fremaux
Hollywood ha i suoi idoli, le sue star, i suoi maestri e anche degli artisti che non apprezza. Michael Cimino era uno di questi. Hollywood e l’America non lo apprezzavano e lui per loro provava gli stessi sentimenti. E questo pensiero arrivava dentro i suoi film, veri e proprio capolavori, pilastri della storia del cinema, come il suo film più famoso, Il Cacciatore, (1978) che nonostante il suo sguardo crudo e duro verso un’America smascherata e incapace di elaborare la grande sconfitta del Vietnam, vinse 5 Oscar; anche Hollywood ha dovuto riconoscere il talento del suo enfant terrible. Il successo ottenuto dà la possibilità a Cimino di realizzare un suo sogno, un’opera grandiosa e potente: I cancelli del cielo (1980). Un western di sei ore che lo iscriverà definitivamente nella lista nera di Hollywood. L’America non gli perdona di aver smantellato il mito americano del western e la sua mitologia, la produzione (la United Artists) fallisce e la carriera del regista ne viene distrutta.
Ma Michael Cimino è un genio e non ha intenzione di sacrificare il suo talento per le voglie di Hollywood e degli americani. Dopo cinque anni realizza L’anno del Dragone (1985) e torna a prendere di mira gli Usa smontando un altro mito, il poliziesco. Nel film descrive l’anima violenta dell’America e il suo potere colluso con il mondo criminale. Ma non basta, nel 1987 gira Il siciliano, un film sul bandito Giuliano, immediatamente accusato dalla critica di aver considerato, un “criminale” come Giuliano un eroe. Per Hollywood questa volta è veramente troppo, il nome di Michael Cimino è sempre tollerato di meno tra i registi e i critici. Iniziano a circolare pettegolezzi, sul suo aspetto fisico, su un suo cambio di sesso. Voci a cui Cimino non dava retta: “Mi hanno chiamato in ogni modo: omofobo, fasicsta, marxista, razzista. Non me ne frega niente. Non ho alcuna reazione, non leggo le recensioni, né le migliori né le peggiori. Potete chiamarmi come volete.”
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