Dopo oltre 10 ore di camera di consiglio i giudici della corte d’Assise di Bergamo, hanno stabilito che il muratore di Mapello, che Massimo Bossetti è l’assassino di Yara Gambirasio
L’ergastolo, una pena senza fine. Questa la sentenza per Bossetti, il muratore di Bergano unico imputato per l’omicidio della povera Yara.(LEGGI ANCHE: OMICIDIO YARA, PER BOSSETTI È L’ORA DELLA VERITÀ: COLPEVOLE O INNOCENTE?) I giudici non hanno accolto la sua richiesta di ripetere il Dna, trovato sugli indumenti del cadavere della ragazza. Questa è una delle prove schiaccianti che lo ha inchiodato, nonostante questo Bossetti si è sempre dichiarato innocente e anche dopo la sentenza ha continua a proclamarsi innocente.
L’imputato è rimasto impassibile durante la lettura del verdetto. I giudici gli hanno tolto la podestà genitoriale ed è stata riconosciuta l’aggravante della crudeltà. La corte presieduta da Antonella Bertoja, invece, lo ha assolto dall’accusa di calunnia nei confronti dell’ex collega di lavoro. La Corte ha inoltre disposto provvisionali complessive per 1,2 milioni di euro per la famiglia Gambirasio. Uscito senza reagire dall’aula l’imputato ha dato sfogo alla sua delusione: “Non è giusto. È stata una mazzata, avevo fiducia nella giustizia. Non sono stato io”.
Non sono stato io, questo è quello che Bossetti continua a ripetere. Della sua innocenza è convinto anche il suo avvocato: Claudio Salvagni. “Sono amareggiato perché la convinzione dell’innocenza è forte. Noi siamo veramente convinti della sua innocenza. Queste 45 udienze non hanno restituito nessuna prova a suo carico. È un processo indiziario. È una sentenza già scritta“. Salvagni ha ricordato che si tratta di una sentenza di primo grado e che vige il principio di non colpevolezza. “Non è una sentenza definitiva, è il primo step di una battaglia lunghissima. Certamente faremo ricorso. Bossetti era molto fiducioso nella giustizia, ora il contraccolpo è forte, ma ha la scorza dura e saprà reagire”
Photo Credits: Twitter