Editoriale del Direttore

EDITORIALE DEL DIRETTORE: Bud Spencer, se ne va un pezzo di storia del cinema italiano

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Sara Zuccari

Care lettrici e cari lettori,

se oggi fate un giro su Facebook, troverete le bacheche intasate di ricordi, in cui la parola chiave è infanzia. Anche tra quelli che di solito rompono le scatole quando qualcuno celebra la morte di un personaggio famoso. Nella memoria di tutti noi, infatti, i pugni di Bud Spencer  sono stati un appuntamento fisso che sapevamo non ci avrebbe mai deluso. Non esiste che qualcuno non abbia mai visto uno dei suoi film, di quelli in cui lui e Terence Hill mettevano a posto i cattivi a son di sberle  e di cazzottoni sulla testa, che facevano sempre lo stesso rumore, il caratteristico cha. Pensi a Bud Spencer e ti vengono in mente il Sud America, i caschi di banane, la Dune Buggy, la frittata che non si fa con due né con quattro uova, ma con dodici, i fagioli e il canto dei pompieri.

Ti ricordi di quando faceva l’allenatore di football americano per una squadra di sfigati o di com’era contrariato quando arrivava Trinità in città, ma anche di quanto gli voleva bene. Pensi subito a quegli occhietti furbi e quasi chiusi, montati su un faccione da buono che quando s’incazza fa paura. A uno che non vuole mai essere disturbato mentre mangia, perché ama mangiare.

Bud Spencer 1Bud Spencer 1

Bud Spencer è stato un pezzo di storia del cinema italiano degli anni Settanta e Ottanta. In coppia con Terence Hill, ha conquistato generazioni di spettatori con decine di film, che hanno segnato un nuovo modo d’intendere il western e il poliziesco all’italiana. Classe 1929, nato a Napoli, all’anagrafe Carlo Pedersoli, è scomparso ieri a 86 anni.

Ex campione di nuoto, è stato il primo italiano ad abbattere la soglia del minuti nei 100 metri stile libero. Ha partecipato a due Olimpiadi: Helsinki 1952 e Melbourne 1956.Passato poi al cinema, è diventato un’icona dei film di scazzottate comiche, amatissimi dai bambini e inizialmente etichettati come cinema di Serie B dai critici (oggi si dice “cult”).Negli anni Novanta ha lavorato in alcune fiction televisive, mentre nel 2003 è arrivato al cinema d’autore grazie a Ermanno Olmi, che lo ha scelto per il suo Cantando dietro i paraventi. Nel 2010 ha ricevuto il David di Donatello alla carriera.

Il suo fisico imponente, il suo sguardo da gigante buono ed i proverbiali sganassoni che menava ai malcapitati che gli capitavano a tiro sono stati un vero e proprio marchio di fabbrica. L’inossidabile coppia che ha formato con Terence Hill costituisce senza dubbio uno dei sodalizi artistici di maggior successo nel cinema italiano, generando una impressionante serie di cult-movie che ha segnato la giovinezza – e non solo – di generazioni di italiani.

Nella mia vita ho fatto di tutto – raccontava – ma proprio di tutto. Solo due cose non ho potuto fare: il ballerino classico e il fantino”. In compenso, dalla metà degli anni Settanta fino agli anni più recenti, parallelamente all’attività cinematografica e televisiva trovò il tempo di conseguire la licenza di pilota di elicottero, lanciare una linea di jeans, fondare una compagnia aerea, la Mistral, scrivere alcune canzoni, pubblicare la propria biografia. Altrimenti mi arrabbio: la mia vita, dilettarsi – altra sua passione – con la filosofia, mangiare (arrivò a pesare 156 chili) e mai mettersi a dieta, una battaglia durata tutta la vita.

Questo è il nostro saluto, il saluto di Velvet a te gigante buono e amico di tutti!

 

Sara Zuccari

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Sara Zuccari

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