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La guerra contro l’Isis si combatte anche nel web, social uniti contro i video di propaganda

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L’Isis è un movimento estremista, ed in quanto tale ha bisogno di propaganda. Il mezzo più veloce e sicuro per trasmetterla è sicuramente il web. Ed è proprio per questo che i grandi social network, come Twitter, Facebook e Youtube stanno lavorando per boicottarla.

“Terrorismo” è un concetto che ha insito nel nome il fatto di dover essere in un certo qual modo “pubblicizzato”; nessuno teme qualcosa di cui ignora l’esistenza. L’Isis, in quanto movimento terrorista, sa bene che deve raggiungere la più vasta platea possibile per sortire il maggior effetto dalle sue minacce. Al giorno d’oggi non esiste un mezzo più veloce della rete per la trasmissione di informazioni. I primi ad accorgersi di questo potenziale sono stati gli Anonymous, il celebre gruppo di Hacker che dal 2003 svolge la funzione di vigilantes della rete.

Dopo numerosi attacchi di tipo “ludico” e di affermazione della propria identità come gruppo, nel corso degli anni gli Anonymous hanno cominciato a lavorare su progetti di hacking più significativi, fino a raggiungere la notorietà con l‘attacco ai server dell’Isis. Attualmente l’operazione anti-Isis del gruppo di Hacker ha oscurato oltre 15.500 obbiettivi sensibili di attacco, ma il loro maggior contributo è stato sicuramente quello del presunto sventamento dell’attacco terroristico di Firenze del 2015.

Sulla scia di quanto fatto dagli Anonymous, anche i celebri social network Twitter, Facebook e Youtube stanno boicottando la diffusione dei messaggi terroristici. In particolare Youtube e Facebook stanno lavorando su un algoritmo di blocco dei video di decapitazioni o collegati all’Isis, che sfrutta una tecnologia di censura analoga a quella che blocca il caricamento di video protetti da copyright. Anche Twitter sta lavorando nel bloccare un gran numero di profili collegati al gruppo estremistico. Queste disposizioni sono arrivate direttamente dal presidente Barack Obama, e fanno parte di un programma anti terrorismo denominato “Counter Terrorism Project”.

Photo Credits by Facebook e VelvetMAg

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