Hanno suscitato grande scalpore mediatico le parole pronunciate da Papa Francesco durante il suo viaggio in Armenia, con le quali ha affermato che la Chiesa deve chiedere scusa ai gay.
Io credo che la Chiesa non solo deve chiedere scusa ai gay, ma deve chiedere perdono anche ai poveri, alle donne stuprate, ai bambini sfruttati nel lavoro, deve chiedere scusa di aver benedetto tante armi. I cristiani devono chiedere perdono per aver accompagnato tante scelte sbagliate – queste le parole pronunciate da Papa Francesco, sul volo di ritorno da Erevan, riallacciandosi alle affermazioni del Cardinale Reinhard Marx, che in un convegno internazionale a Dublino aveva affermato che, dopo la strage di Orlando, la Chiesa deve chiedere scusa alla comunità gay, per aver generato una marginalizzazione nei confronti di chi ha un orientamento sessuale diverso.
Secondo Papa Francesco: Gli omosessuali non vanno discriminati ma rispettati e accompagnati pastoralmente. Si può condannare per motivi non teologici ma di comportamento politico. Ma non c’entrano le persone. Una persona che è in quella condizione e ha buona volontà, che cerca Dio chi siamo noi per giudicarla?
Affermazioni forti, che lasciano riflettere e che segnano un grande passaggio storico, testimoniando la volontà di apertura di Padre Francesco verso l’evoluzione della società: Diciamo che debbono chiedere scusa i cristiani, la Chiesa è santa… i peccatori siamo noi […] Se una famiglia era divisa non si poteva andare in casa loro. La cultura è cambiata grazie a Dio. Dobbiamo chiedere scusa: è una parola che abbiamo dimenticato. Il prete padrone e non padre. Il prete che bastona e non il pastore […] Esistono tradizioni in alcune paesi e culture che hanno mentalità diverse, nella Chiesa ci sono tanti che aiutano gli altri: penso ai laici e alle suore in Africa. Il grano e la zizzania crescono insieme. Non dobbiamo scandalizzarci.
Papa Bergoglio nel suo viaggio ha affrontato inoltre i temi della pace e delle divisioni in Europa. In merito alla Brexit ha affermato: C’è un’aria di divisione, non solo in Europa. Negli stessi Paesi: la Catalogna, l’anno scorso la Scozia. C’è qualcosa che non va in questa Unione “massiccia”: forse occorre pensare a una nuova forma di unione, più libera. Ma non bisogna buttare via il bambino con l’acqua sporca.
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