Questa settimana la rubrica di Velvet News “Un libro sul comodino di…” ospita la stilista e imprenditrice della moda Nadia Mari. Oltre ad essere la fondatrice di un marchio che porta il suo stesso nome ed è distribuito in numerose boutique internazionali, Nadia Mari è anche un’avida lettrice. In questa intervista infatti ci parla di Il caffè di Turing, un libro di Gianfranco Rizzo che l’ha molto sorpresa e divertita
Nadia Mari è una stilista di grande e raffinato talento. Ha collaborato con le più prestigiose case di moda internazionali (Prada, Valentino, Gai Mattiolo e Biblos), occupandosi della creazione di accessori e acquisendo grande maturità di gestione in tutti gli stadi della produzione. Dal 2008 la stilista inizia a pensare alla creazione di una linea personale. In questa fase è stato molto significativo l’appoggio ricevuto dall’imprenditore e talent scout Giulio Fasano, con una lunga esperienza discografica alle spalle. Nasce così la prima collezione costituita da un vasto e variegato assortimento di sete stampate. Oggi NADIAMARI è un marchio registrato in Europa, Usa, Japan, Csi-Urs, Korea, China e viene venduto tramite il flagship store situato nel centro di Roma e in oltre 50 boutique di lusso in tutto il mondo.
Noi di Velvet News abbiamo scoperto invece che Nadia Mari è anche un’avida lettrice. In questo momento sta leggendo Il caffè di Turing (Feltrinelli) di Gianfranco Rizzo. Un libro che dal titolo potrebbe far pensare ad un contenuto troppo serio, ovvero ad una materia logica e matematica, incentrata sulla figura del grande scienziato Alan Turing, fondatore di una macchina artificiale ad imitazione dell’intelligenza umana. In realtà, come conferma la stessa Nadia Mari, il romanzo è molto coinvolgente e divertente ed è incentrato sulla figura di un professore italiano in viaggio a New York. Un viaggio che porta alla scoperta di una verità: si potrebbe ritenere che la macchina del pensiero ipotizzata da Turing sia in realtà già tra di noi, in tutti quei messaggi indecifrabili continuamente interscambiabili nei rapporti umani. Ovvero nella mancata o errata comunicazione.
Del libro tuttavia ci parla in modo più disteso e preciso la stessa stilista che risponde così alle nostre domande:
Quale libro è momentaneamente adagiato sul tuo comodino?
Il caffè di Turing di Gianfranco Rizzo che è la storia leggera e divertente di un professore universitario italiano che va a New York per un convegno e si ritrova a risolvere un enigma legato alle macchine intelligenti di Turing e a una sua vecchia conoscenza.
Perché hai scelto questa lettura? Lo consiglieresti al pubblico dei lettori?
Me l’ha suggerito un’amica e lo consiglierei a mia volta. L’intrigo è solo un pretesto, quello che colpisce e intrattiene sono le digressioni sul jazz, le riflessioni sull’architettura e le sottolineature di certi comportamenti, alcuni virtuosi altri meno, tutti italiani. Quando l’ho finito, ho avuto la sensazione di aver ascoltato il racconto di viaggio di un amico. E di essermi molto divertita nel farlo.
Quale impressione hai ricevuto dalla lettura?
All’inizio ero scettica: per quanto breve, pensavo che per capire il racconto ci volesse una minima conoscenza di informatica o di logica. Invece l’ho letto in poche ore (e con due bambini piccoli è un vero lusso) e mi ha sorpresa e divertita. Bisognerebbe sempre leggere qualcosa che non si penserebbe mai di leggere.
Photo credits: Domenico Cennamo
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