Stati Uniti sotto shock a Orlando una strage mai vista nella storia del paese

Nella notte tra sabato e domenica a Orlando, un uomo è entrato in un locale gay e ha sparato sulla folla uccidendo 50 persone e ferendone molte altre. Per gli Stati Uniti è la più grave strage della sua storia, dopo l’11 settembre

IL RESOCONTO DELLA STRAGE

Omar Mateen questo il nome del ragazzo che nella notte tra Sabato e Domenica è entrato al Pulse, un locale gay di Orlando e ha sparato sulla folla. Nella discoteca era stata organizzata una serata per il Gay Pride, c’erano un centinaio di persone. L’uomo ha ucciso 50 persone e ne ha ferite 53, alcune versano in condizioni molto gravi. La polizia di Orlando è intervenuta tempestivamente, ha circondato l’edificio e dopo circa 6 ore è riuscita a entrare nel locale e a neutralizzare l’uomo.

Poco prima di entrare nel locale Mateen ha chiamato la polizia dicendo che stava compiendo l’attentato in nome dell’Isis. Anche se la famiglia del ragazzo ha dichiarato che non era particolarmente religioso e avrebbe compiuto la strage in nome dell’omofobia. Pochi giorni prima della carneficina Mateen ha visto due uomini baciarsi ed è rimasto schioccato, da qui l’idea di compiere la strage.

In serata è arrivata la rivendicazione dello Stato Islamico attraverso l’Amaq, l’agenzia di stampa del Califfato, riferisce il Site: il killer della strage di Orlandoera un combattente dell’Isis“. Nel testo della rivendicazione riportato dalla direttrice del Site Rita Katz in un tweet si legge che una fonte ha detto all’agenzia Amaq: “L’attacco che ha preso di mira il gay club di Orlando, in Florida, e che ha provocato 100 tra morti e feriti, è stato compiuto da un combattente dello Stato islamico“.

IL KILLER

Mateen era un ragazzo di 29 anni e viveva a Port St. Lucie, una città a circa 200 chilometri da Orlando. Era nato a New York figlio di immigrati arrivati dall’Afghanistan. Il padre è una figura famosa nella comunità afgana, ha un programma televisivo, dove ha sempre dichiarato le sue simpatia per i talebani. Ma parenti e amici di Mateen continuano a dire che la religione non c’entra con la strage. Era un uomo violento e con dei disturbi mentali, dichiara la moglie. Nel 2013 l’FBI aveva avviato alcune indagini sul suo conto, dopo che Mateen aveva detto ad alcuni colleghi di lavoro di avere legami e conoscenze con alcuni terroristi. Furono interrogati diversi testimoni, analizzati documenti e Mateen fu interrogato due volte e messo sotto sorveglianza. L’FBI non riuscì a rilevare nulla di strano e l’indagine fu chiusa. Nel 2014, Mateen fu di nuovo messo sotto indagine e interrogato, perché aveva detto di conoscere un terrorista suicida, ma ulteriori verifiche fecero concludere che il contatto tra i due fosse stato “minimo” e che non ci fossero particolari pericoli.

Omar

IL MESSAGGIO DI OBAMA ALLA NAZIONE

Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, subito dopo la carneficina ha tenuto una conferenza stampa: “Ho il cuore spezzato” ha dichiarato e ha sottolineato l’esigenza del paese di porre fine all’utilizzo delle armi. Le indagini sono ancora in corso e durante la sua presidenza questa è stata la sua quindicesima conferenza stampa dopo una sparatoria di massa negli Stati Uniti.

I PRECEDENTI

Weekend di sangue per Orlando. Venerdì sera la cantante Christina Grimmie, ex concorrente del talent show The Voice è stata uccisa dopo un concerto mentre firmava alcuni autografi ai suoi fan. L’uomo che le ha sparato si è suicidato mentre i presenti cercavano di disarmarlo. Prima di questa strage la più grave sparatoria di massa era quella avvenuta il 16 aprile del 2007 alla Virginia Tech, quando Seung-Hui Cho, uno studente di origine sudcoreana, uccise 32 persone per poi suicidarsi.

Photo Credits: Twitter

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