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Categorie: Hi-tech

Google teme una futura rivolta delle macchine, e prende provvedimenti

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Redazione

Tutti almeno una volta abbiamo pensato che le macchine potrebbero diventare più intelligenti degli uomini, fino a cercare di dominarli per raggiungere l’apice della catena evolutiva; sarà che film come Terminator hanno instillato questo timore nelle ultime generazioni, sarà che le intelligenze artificiali sono sempre più umanoidi, ma anche Google è arrivata a preoccuparsi di questo possibile scenario.

Già nel 2014 Big G ha acquistato per 500 milioni di euro la DeepMind, un’azienda londinese che si occupa di ricerche in ambito di IA; questo gruppo sta lavorando e facendo delle valutazioni su un protocollo che permetterebbe di disattivare tutte le macchine nel momento in cui potessero assumere comportamenti dannosi per gli uomini. Allo stato attuale infatti non sarebbe ancora possibile effettuare questa exit strategy su molti dispositivi che usiamo quotidianamente.

L’essere umano lavora da secoli per migliorare la propria condizione, e per ridurre il carico di lavoro che deve sostenere quotidianamente. Inizialmente si è trattato di produrre leve e macchinari che lo aiutassero a svolgere lavori di fatica fisica, ma negli ultimi anni si sta cercando sempre di più di ridurre anche la fatica mentale che deriva dal pensiero; per fare ciò  ha iniziato a studiare modi di riprodurre delle intelligenze artificiali che potessero sostituirlo anche in questo frangente. Basta pensare agli smartphone che utilizziamo quotidianamente e a quanto siano sempre più smart! Ci sono algoritmi in grado di sconfiggere addirittura un giocatore di scacchi professionista senza sforzo! Tuttavia questi strumenti vengono visti come un’estensione delle capacità umane, e quindi totalmente sotto controllo. Ma se venisse il momento in cui questi oggetti prendessero consapevolezza di se e capissero di poterci dominare?

A questo proposito ( per quanto ancora l’ipotesi possa sembrare fantascientifica), Google sta lavorando ad un framework con il quale un uomo possa interrompere i processi in atto di una macchina intelligente baypassandone la volontà. Tuttavia questo non è l’unico elemento necessario a garantire la nostra sicurezza, bisognerebbe infatti fare anche in modo che le macchine non siano in grado di prevedere e disattivare questo meccanismo.

“L’essere umano è riuscito a diventare la creatura che domina il mondo in virtù della sua intelligenza” ci dicono gli scienziati ” sarebbe facile che una macchina che abbia raggiunto un QI maggiore di un uomo, possa fare altrettanto”. Possiamo vedere il lavoro del team di DeepMind sul seguente (LEGGI ANCHE: DOCUMENTO PUBBLICATO SUL SITO DEL MIRI Machine Intelligence Research Institute), che lavora a garanzia della nostra futura sicurezza.

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