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Scontro Renzi-Salvini sul tema migranti

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Continua in toni accesi il dibattito politico a livello europeo sul delicato tema dei migranti. Renzi definisce meschino chi parla di invasione, con chiaro riferimento alle affermazioni di Salvini che risponde: “Io sono meschino, ma non complice o fesso”

I giorni scorsi sono stati drammatici per i migranti, con un bollettino di vittime che sale sempre di più nelle acque del Mediterraneo, lungo la rotta dal Nord Africa verso l’Italia, che, dopo il trattato UE-Turchia, è tornata ad essere l’accesso principale per l’Europa. Negli ultimi naufragi nel Canale di Sicilia hanno perso la vita più di 70 persone e, mentre ancora si cercano i dispersi, Matteo Renzi nella sua eNews, ha voluto ricordare gli uomini, le donne e i bambini che affrontano il mare aperto sui barconi della speranza per trovare una possibilità di vita.

Non sono solo numeri – afferma il premier – Io dico aiutiamoli a casa loro, davvero, con la cooperazione internazionale e un diverso modello di aiuti allo sviluppo. Nel frattempo salviamo quante più vite umane possibili, sapendo che non c’è nessuna invasione: i numeri sono sempre gli stessi, più o meno. C’è una grande crisi umanitaria nel Mediterraneo e non solo nel Mediterraneo: noi proponiamo di affrontarla con determinazione e visione a medio termine, non inseguendo le paure o i voti, come fa chi, meschino, urla parole come: sistema al collasso, emergenza, invasione.

La eNews di Renzi appare dunque come una risposta a Matteo Salvini, che in vista del 2 giugno, a Radio Padania, aveva parlato di “Festa della Repubblica invasa e disoccupata” e che, dopo la diffusione della comunicazione del premier, ha replicato via Twitter: Renzi definisce meschino chi parla di invasione. #Iosonomeschino ma non schiavista, complice o fesso.

Per Renzi: Il vero nemico da battere è il pessimismo. Giro come una trottola l’Italia, partecipo a inaugurazioni, cerco di trasmettere energia e entusiasmo perché sono assolutamente certo che il mondo di domani può vedere l’Italia protagonista. Quello che, in fin dei conti ci distingue da quelli che dicono sempre di no o che, più semplicemente, hanno paura, è che noi siamo convinti che questo mondo che corre veloce chieda qualità e bellezza, talento e creatività. Chieda Italia, insomma. Ma i cittadini globali di oggi, e gli italiani più degli altri, hanno paura del futuro. È come se lo considerassero una grande minaccia, non una grande opportunità. Mi accusano di essere un dispensatore di ottimismo. Ma in realtà io vorrei soltanto recuperare la fiducia degli italiani nell’Italia.

Photo Credits: Twitter

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