La strage senza fine. Un altro naufragio nel Canale di Sicilia

Il terzo naufragio in tre giorni nel Canale di Sicilia. Salvati oltre 6.000 migranti

Sbarchi e soccorsi in mare si susseguono nel Canale di Sicilia, dove si è consumata un’altra tragedia. Un barcone stracarico di migranti è semiaffondato. Sul posto è intervenuta la nave Vega della Marina militare che ha salvato 135 persone. Quarantacinque, invece, i corpi recuperati, mentre si teme che i dispersi siano decine. Sarebbero un centinaio secondo alcune testimonianze, tutte da verificare, sarebbero le persone che mancano all’appello.

Tra i migranti salvati un bambino di 5 anni in stato di ipotermia, che è stato trasportato in salvo a Lampedusa da un elicottero della Guardia Costiera, assistito durante il volo da personale sanitario. Intanto arrivano notizie drammatiche dai racconti dei superstiti del naufragio di ieri sempre al largo della Libia, con oltre 500 persone a bordo. Sono soprattutto marocchini i naufraghi della barca che si è capovolta, rende noto Flavio di Giacomo, portavoce dell’Oim.

La Lega alza la voce, Salvini teme un invasione e chiede un incontro urgente al premier: “Di fronte alle 4.000 persone salvate ieri, ai morti annegati, agli oltre 40 mila sbarcati dall’inizio dell’anno non possiamo stare zitti e fermi. Vogliamo presentare le nostre proposte. Ci rifiutiamo di assistere a questo disastro in silenzio“.

Ma già prima che il leader del Carroccio parlasse, Renzi dal Giappone, dove ha partecipato alla conferenza conclusiva del G7, da cui è arrivato un appello a dare una “risposta globale” a quella che è una “sfida globale”, – ha invitato a tenere i nervi saldi: “Parlare al momento di emergenza è fuori luogo“, ha detto. “Il Migration Compact va bene ora aspettiamo la fase di concretizzazione” per iniziare a lavorare con i primi paesi della fascia subshariana, interessati a lavorare con la Ue, come il Niger“.

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