Musica, calcio, poesia, psichiatria, sentimentalismo. Questa settimana la rubrica di Velvet News “In Libreria” propone una rassegna di 5 libri appena usciti diversi per genere e per tematiche: l’ultima raccolta di racconti di Luciano Ligabue; la biografia social di Claudio Marchisio; un interessante studio sul poeta Giorgio Caproni; il libro di esordio della giornalista Simona De Santis e l’atteso romanzo di Gojto Gazdanov.
Scusate il disordine di Luciano Ligabue (Einaudi)
La musica e la scrittura sembrano essere le due principali inclinazioni artistiche del cantante emiliano che ha già vinto numerosi premi musicali, ma anche letterari grazie al suo talento da scrittore. Si presenta ora al pubblico dei lettori con una nuova raccolta di racconti che va ad aggiungersi alle altre due già edite e pluripremiate: Fuori e dentro il borgo (Baldini & Castoldi) e Il rumore dei baci a vuoto (Einaudi). Scusate il disordine potrebbe apparire una raccolta eterogenea, in cui si raccontano le esperienze di diversi protagonisti senza nessun tipo di collegamento fra loro. In realtà tra le pagine emerge dirompente l’atmosfera surreale e musicale nella quale sono ambientati i racconti. Come recita il sottotitolo, “La musica non la si prendeva. Mai”, il messaggio che emerge con maggiore forza è che la musica non ha confini, né di tempo né di spazio. L’autore riesce benissimo a trasmetterlo attraverso una scrittura fluida e una trama aperta, fatta di tanti microcosmi inseriti in un identico contesto surreale. Sembra la giusta rappresentazione della libertà. Sì, della libertà creativa, artistica, che solo un grande artista, anch’esso sconfinato, poteva rappresentare in modo tanto efficace.
Nero su bianco di Claudio Marchisio (Mondadori)
Sulla copertina viene definita immediatamente un’autobiografia social quella scritta dal Centrocampista della Signora del calcio, il “Principino” della Juventus, Claudio Marchisio. Nero su bianco Marchisio racconta la sua vita e la lunga storia d’amore che lo lega alla Juventus fin dall’età di sette anni, quando la mamma lo accompagnava agli allenamenti. Ma nero e bianco non sono solo i colori della scrittura, la carta e l’inchiostro, ma i colori di una maglia che Marchisio indossa dentro da sempre. Lui che sente su di sè il peso della responsabilità ad accogliere un’eredità che le viene consegnata dal grande numero 10 Alex Del Piero e da Gigi Buffon, vicino ormai ad un naturale ritiro. Il campione juventino, anche se adesso è fuori dal campo e non potrà partecipare all’Europeo a causa di una rottura del legamento crociato sinistro, assicura la sua presenza con la maglia bianconera fino all’età di 33 anni. Ha infatti firmato un contratto con la società che durerà fino al 2019. Per costruire la sua biografia, il giovane centrocampista ha utilizzato un metodo particolare: ha inviato richieste di domande ai suoi tifosi tramite la piattaforma eFanswer. Dalle migliaia di quesiti ricevuti ha poi scritto la sua biografia, nella quale emergono due grandi amori: quello per la famiglia e quello per la maglia. Quest’ultimo amore Marchisio non lo dimostra solo sul campo con la sua abilità tecnica e di regista del gioco, ma anche, e soprattutto, nel suo modo di pensare: “Ci sono solo belle vittorie. Io non mi ricordo belle sconfitte perché noi siamo la Juve». Questo libro è la dimostrazione palese proprio di quest’ultimo aspetto”.
Giorgio Caproni e gli altri. Temi, percorsi e incontri nella poesia europea del Novecento di Elisa Donzelli (Marsilio Editori)
Studiosa di poesia italiana del Novecento e dottore di ricerca in italianistica presso l’Ateneo della Sapienza, Elisa Donzelli ha dedicato questo suo nuovo volume ad una delle voci poetiche più importanti del Novecento letterario, Giorgio Caproni. Le soluzioni innovative introdotte dalla poesia di Caproni sono state indagate, mettendo a fuoco le relazioni fruttuose intercorse tra il poeta livornese e gli altri suoi colleghi dell’arte della parola. Importanti autori sia italiani sia internazionali infittiscono l’ampio ventaglio di reciproche influenze: Mario Luzi, Vittorio Sereni, Libero Bigiaretti, Mario Mafai, Diego Valeri, Margherita Guidacci – tra gli italiani – e Pierre J. Jouve, Antonio Machado, Federico G. Lorca, René Char, Maurice Blanchot, tra gli stranieri. Frutto di un impegnativo lavoro di ricerca condotto all’interno di archivi italiani e stranieri del Novecento, il nuovo libro della giovane autrice è destinato ad aprire interessanti spiragli di studio su un raggiante esponente della poesia italiana del Novecento. In particolare, la studiosa ha rinvenuto nella biblioteca privata di Caproni carte importanti relative alle elucubrazioni del poeta sulla figura della Bestia. Si tratta di una tematica studiata dallo scrittore fin dal 1936, cruciale per inquadrare l’ultima fase della sua ricerca poetica, compresa quella sul linguaggio. Una ricerca condotta per anni leggendo e rileggendo i libri degli altri. Si capisce quindi come in questo libro venga ritenuta centrale la categoria della relazione come mezzo per agevolare la comprensione di un grande autore come Giorgio Caproni. Si tratta senza dubbio di una prospettiva coerente visto che allo stesso autore di Il passaggio di Enea piaceva lavorare in sintonia con gli altri scrittori e poeti.
L’ultima erede del castello di Harcourt di Simona de Santis (Gremese)
L’ultima erede del castello di Harcourt è il romanzo di esordio della giornalista Simona de Santis, ormai voce affermata nei media vaticani. Il suo profondo interesse riguardo alla complessità della psiche umana emerge lampante anche dalla trama avvincente e molto originale del suo primo libro. Sembra la riproposizione di La coscienza di Zeno di Italo Svevo ma con una ambientazione molto particolare. La topografia spazia infatti dalle chiese sconsacrate di Roma alla Normandia e al Teheran. Psichiatria, storia, religione e tante altre sfaccettature convogliano in un libro che è stato giustamente etichettato come un intrigante thriller gotico. La protagonista, infatti, si chiama Matilde Milani ed è una famosa psichiatra. Sul lettino del suo studio romano si alternano varie personalità: un frate, una moglie maltrattata e un amante psicotico. Ma come i suoi pazienti, anche la donna nasconde un terribile segreto: un potere antico e pericoloso scorre nelle sue vene, una forza che già l’ha portata a uccidere. Alla soglia del suo quarantesimo compleanno, strani avvenimenti riportano Matilde a quella sera di più di dieci anni fa. Qualcuno sta tentando di sbarazzarsi di lei. Ma chi? Un paziente o qualcuno venuto dal passato? E mentre uno scrittore rischia di rivelare al mondo la verità sulla donna, Matilde deve fare i conti con i fantasmi della sua infanzia e scoprire l’origine della sua magia. Una trama di questo tipo si presta ad essere definita surreale, perché sono molti gli elementi messi in gioco: magia, psicologia, esistenzialismo…Così tanti che la risultante inevitabile per un libro camaleontico come questo è soltanto una: l’originalità.
Ritrovarsi a Parigi di Gajto Gazdanov (Fazi Editore)
Sono tanti i motivi che concorrono a rendere eccezionale questo titolo edito dalla Fazi Editore. Innanzitutto, l’autore. Gajto Gazdanov è considerato il migliore scrittore russo dell’emigrazione europea ed è stato paragonato per la forza dirompente del suo stile inconfondibile ad autori colossali della letteratura internazionale, come Proust, Kafka, Camus e Nabokov. In secondo luogo il volume ha avuto una ricezione molto fortunata in tutta Europa. Infine, ma non certamente per importanza, anche la trama conferma l’aura di eccezionalità di questo testo. Se l’essenza di un libro fosse quella di un autore burattinaio che muove i fili delle tematiche principali e dei protagonisti della storia, allora si potrebbe affermare che i fili di questo teatro dei burattini non sono cose, oggetti fisici, non sono persone, e non sono neppure situazioni. Ma è il variegato mondo dei sentimenti, delle emozioni, di breve e di lunga durata. Niente di più bello da poter leggere, se è vero, come dicevano gli antichi filosofi, che la lettura è il principale nutrimento dell’anima. Il romanzo, ambientato tra Parigi e la Provenza, narra la storia di Pierre Faurè, contabile di una piccola impresa. In Provenza dove ha deciso di andare dopo la morte della madre incontra e si innamora perdutamente di Marie. Insieme faranno ritorno a Parigi, dove vivranno la loro storia d’amore. Il loro è un amore così incondizionato da vincere perfino la malattia. E non una mera malattia fisica ma una ancora più grave, quella dell’anima. Marie è infatti scivolata irrimediabilmente nell’inconsapevolezza e nell’oblio ma grazie all’aiuto di Pierre riuscirà a venire fuori dal terribile abisso.
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