Continua la corsa di Donald Trump verso la nomination repubblicana per l’insediamento alla Casa Bianca. A Washington si è aggiudicato 40 dei 44 delegati in palio: gliene mancano solo 8 per la nomination repubblicana.
Trump riporta la sua vittoria elettorale anche a Washington, con oltre il 76% dei voti. La notizia è giunta durante il suo comizio a New Mexico, al centro di polemiche e contestazioni e tafferugli, dove si sono verificati tafferugli e scontri con la polizia che hanno condotto a diversi arresti. Durante il suo intervento ad Albuquerque, il tycoon è stato ripetutamente interrotto dai suoi oppositori che hanno inveito contro di lui dandogli del fascista e protestando contro la sua posizione nei confronti degli immigrati.
Sono volate pietre e bottiglie contro le forze dell’ordine, che si sono difese con spray urticanti e lacrimogeni. I manifestanti hanno bruciato t-shirt e altri oggetti con la scritta “Make America Great Again”, azioni alle quali i sostenitori di Trump hanno risposto con lo slogan preferito: “Costruite quel muro”, per tenere lontani i migranti messicani.
Non è la prima volta che accadono disordini alle manifestazioni del magnate americano e la sua posizione è molto dibattuta sul fronte politico internazionale, diviso tra chi vede in lui un possibile riscatto del futuro dell’America e chi considera un suo eventuale insediamento alla Casa Bianca un vero e proprio pericolo.
Nonostante i suoi sfidanti Ted Cruz e John Kasich si siano ufficialmente ritirati e nonostante la vittoria a Washington, tuttavia Trump non ha ancora raggiunto la maggioranza necessaria affermare ufficialmente la sua nomination. Anche se vincesse tutti i 44 delegati in palio, comunque non raggiungerebbe ancora la soglia dei 1.237 delegati necessari per la nomination ufficiale prima della convention di luglio a Cleveland. Sul fronte democratico ad aggiudicarsi la maggioranza dei voti è stata Hillary Clinton (54% contro il 46% di Bernie Sanders).
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